Adesso si inverta la politica economica neoliberista per risollevare il Paese

La prima impressione che si riceve dai risultati delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Calabria è che l’elettorato non ha condiviso il sovranismo espresso dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle.

Sintomatico, a questo proposito, è il rafforzamento del PD in Emilia e la debacle del Movimento 5 Stelle in Calabria.

Quest’ultimo dato dimostra che i cittadini del Sud-Italia non chiedono aiuti, come il reddito di cittadinanza, ma investimenti, lavoro e dignità.

Quanto all’Emilia si può osservare che la campagna di Bonaccini ha fatto leva sugli elementi positivi che pure esistono nel pensiero sovranista, depurandolo però degli estremismi egoistici e individualistici, nonché degli sconfinamenti nell’odio contro i migranti, metodi propri della propagnada leghista di Salvini.

Il secondo dato che emerge, è l’affiorare dell’esigenza di porre il Nord e il Sud Italia sullo stesso piano economico, opponendosi al fatto che il Nord sembra divenuta una appendice della Germania e il sud sembra abbandonato a se stesso.

Molto adesso ci si aspetta dall’azione del Partito Democratico, il quale dovrebbe dimostrare la consapevolezza di aver fortemente sbagliato in politica economica, come parimenti ha sbagliato la destra, asservendosi entrambi ai dettami dell’Europa neoliberista.

Insomma il partito democratico dovrebbe dimostrarsi antineoliberista, in Italia attuando la Costituzione, e in Europa pretendendo con forza una riforma delle strutture dell’Unione.

Non si dimentichi che l’Unione Europea è tale soltanto di nome, perché l’organo realmente decisivo è il Consiglio dei ministri, il fatto cioè che, periodicamente, si riuniscono i ministri dei vari paesi secondo le varie materie da discutere, ognuno dei quali fa valere la sua forza per difendere gli interessi nazionali.

In questo l’Italia è stata fortemente perdente, perché ha eseguito i principi del neoliberismo, attuando le privatizzazioni, le liberalizzazioni e le svendite del proprio patrimonio pubblico, creando una situazione economica nella quale si affermano sempre più la chiusura delle imprese italiane e la delocalizzazione delle imprese, specie di quelle che appartengono alle multinazionali.

Se il PD si renderà conto di dover cambiare in questo senso la sua trentennale politica di distruzione del patrimonio del Popolo potremo dire che l’Italia ha imboccato la via della salvezza.

In caso contrario resta solo la speranza di una formazione politica formata da persone colte e ragionevoli, che si renda conto della situazione economica mondiale ed europea e si adoperi per la modifica delle strutture dell’Unione europea e per l’attuazione in Italia del titolo terzo parte prima della Costituzione Repubblicana e Democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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