Si distrugge la Terra, le risorse e il lavoro pur di ottenere vantaggi personali

La più grande disfatta dell’intelligenza nella storia dell’umanità si è verificata all’ONU, dove non si è trovato l’accordo per salvare da morte sicura la nostra Madre Terra.

La Conferenza sul cambiamento climatico, tenutasi a Madrid e conclusasi il 15 dicembre, non ha dato altro risultato che quello di un rinvio della discussione a novembre del prossimo anno, come se tutti i dati scientifici che prevedono la necessità di un intervento immediato sulle emissione di CO2 fossero cartastraccia.

Si tratta di un crimine contro l’umanità e contro la vita della Terra stessa.

I paesi maggiormente responsabili sono stati i seguenti: Stati Uniti, Cina, Giappone, Brasile, Arabia Saudita e Australia. È su di loro che cade fondamentalmente la responsabilità di questa storica debacle.

Ed è il pensiero neoliberista che, ottusamente, ha guidato le menti dei rappresentanti di detti Paesi.

Di fronte all’indifferenza per la preannunciata fine della vita terrestre, costoro, imperterriti, hanno affermato di voler continuare a inquinare per ottenere ulteriori guadagni, senza tener conto che tali guadagni si risolvono in immani distruzioni naturali e inguaribili malattie per tutti.

La Storia, se si potrà ancora parlare della vita dell’umanità, emanerà il suo verdetto su questa sciagura e sulle responsabilità ad essa connesse.

Si inserisce in questo quadro anche il fallimento della Banca Popolare di Bari, guidata da manager inesperti e non controllati da Bankitalia, il cui costo sarà pagato dalla collettività nazionale per l’importo di circa un miliardo. E inutili sono i tentativi di oscurare questo dato reale.

Infatti l’elemento che scatena i fallimenti è da ricercarsi nel sistema economico predatorio neoliberista, secondo il quale la ricchezza deve essere accentrata nelle mani di pochi e i lavoratori, considerati pura merce, devono essere licenziati per arricchire i primi.

Si tenga presente che la banca popolare di Bari è fallita per i crediti “in sofferenza”, cioè per il fatto che i singoli debitori non sono stati in grado di onorare i loro debiti.

Questo perché l’attuale sistema economico, accentrando le risorse nelle mani di pochi, impedisce la circolazione della moneta, e rende impossibile per molti cittadini trovare gli strumenti che consentono il loro accesso a fonti di guadagno.

Soprattutto manca il lavoro, effetto immediato e diretto dei licenziamenti. I rapporti, riportati oggi da Repubblica, sui grandi guadagni delle banche in quest’ultimo anno pongono in evidenza questo dato inconfutabile: le banche si sono arricchite licenziando in massa i propri lavoratori.

Anche la Banca d’Italia, la quale non ha adempiuto ai suoi compiti di vigilanza sulla popolare di Bari, è in fondo una società per azioni, la quale per ottenere i profitti a favore dei propri soci, non esita a scaricare sulla collettività gli oneri della disoccupazione.

Con il pensiero neoliberista ci siamo posti su una china inarrestabile, i cui effetti sono enormi e irreparabili.

Si distrugge la Terra, le sue risorse e il lavoro umano pur di ottenere vantaggi personali e non ci si accorge che siamo molto vicini al punto in cui la collettività di tutti i cittadini italiani non potrà più far fronte agli oneri finanziari immensi che questo sistema gli getta addosso.

E allora sarà la fine anche di quei pochi che non desistono dalla volontà di arricchirsi individualmente.

Un barlume di speranza proviene sempre dalla nostra Costituzione repubblicana e democratica, la quale riconosce il cosiddetto “potere negativo”, cioè il potere dei cittadini di far sentire la loro voce in contrasto con l’operato delle istituzioni parlamentari, le quali, lungi dal perseguire gli interessi di tutti, perseguono ormai da trent’anni gli interessi della finanza e delle multinazionali.

Questo potere negativo e cioè l’opporsi alle decisioni parlamentari è stato svolto per molti anni dai sindacati, nella lotta tra lavoratori e datori di lavoro. Ma ora i datori di lavoro hanno un’espansione mondiale, sono come si diceva, la finanza e le multinazionali, le quali, per di più, si arricchiscono anche con denaro falso, cioè con le cartolarizzazioni e i derivati, che governi traditori della patria hanno stabilito che valgono come denaro contante.

Come si diceva, non resta che sperare nella partecipazione popolare (così ben interpretata dalla sedicenne Greta Thunberg), la quale, come i tribuni della plebe, nominati per la prima volta a Montesacro nel 494 A.C., assuma la forza di esercitare un potere di veto contro questo sistema che sta distruggendo la nostra patria e la nostra Madre Terra.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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