La Sicilia s'è desta! L'acqua è pubblica e deve rimanere pubblica

La stampa di oggi, si occupa dei due fondamentali problemi che affliggono l’Italia: quello dell'”immigrazione” e quello (tante volte tenuto segreto) delle “privatizzazioni”.

In riferimento all’immigrazione, un’ottima notizia è quella del diffondersi tra i parlamentari, soprattutto di Leu e del Pd, ma anche di cinque stelle, di concedere la cittadinanza ai giovani immigrati che hanno compiuto in Italia un ciclo continuativo di studi di cinque anni.

In sostanza si tratta dello “ius soli”, che è stato giustamente ribattezzato con l’espressione “ius culturae”. Infatti si tratta del riconoscimento della cittadinanza italiana a chi si è integrato nella cultura italiana e soprattutto nell’osservanza della Costituzione e delle leggi italiane.

Ed è un diritto che noi definiremmo anche “inviolabile dell’uomo”, ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione, poiché è sommamente ingiusto discriminare i ragazzi di origine non italiana con i ragazzi nati da genitori italiani nonostante siano tutti perfettamente integrati fra loro.

Venendo alle privatizzazioni, una importantissima notizia, che dimostra la tradizionale acutezza del popolo siciliano, viene da Agrigento, dove, seguendo l’esempio posto in essere per primo dal Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, la gestione dell’acqua pubblica non è stata affidata a una S.p.A. (anche se a capitale pubblico), ma, o a Enti pubblici comunali, o a un Consorzio di Comuni.

Si legge su Repubblica Palermo del 28 settembre, che i Sindaci interessati: hanno dichiarato: “abbiamo fatto leva anche sulle parole riguardanti la questione dell’acqua, espresse dal vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena secondo il quale da trasformazione di un ente pubblico che persegue gli interessi di tutti gli italiani,  in una S.p.A. (non importa se a capitale pubblico o privato), che persegue solo gli interessi dei soci, è scalabile, prima o poi, da chiunque, e quindi anche da multinazionali straniere”…”La decisione (di detti sindaci) è infine arrivata nel tardo pomeriggio dopo una lunga riunione. Eccetto gli otto Comuni astenuti, in quanto proveranno ad avviare una forma diretta della gestione dell’acqua, gli altri sindaci hanno optato compattamente per la scelta della società consortile, l’unica via possibile per i cittadini, esasperati dalla gestione di Girgenti Acque (sciolta per mafia), avvenuta negli anni, tra problematiche legate a una condotta idrica ormai vetusta e questioni giudiziarie.”

Il fatto ha un valore di altissima portata, perché dimostra che i migliori sindaci d’Italia si sono resi consapevoli del fatto che le fonti di produzione di ricchezza nazionale, e in primo luogo l’acqua, devono essere considerate beni comuni, oggetto di “proprietà pubblica”, come sancisce l’articolo 42 della Costituzione, e non possono essere “ceduti” a faccendieri privati o a multinazionali, che agiscono esclusivamente nell’interesse delle loro società e non nell’interesse di tutti i cittadini, ai quali detti beni appartengono a titolo di sovranità.

Un altro tipo di privatizzazione è quello che riguarda lo smaltimento di rifiuti. È data notizia che una banda di criminali ostacola in tutti i modi che tale smaltimento avvenga in discariche pubbliche costruite e controllate secondo le norme vigenti, e riesce a sviare lo smaltimento dei rifiuti stessi in una infinita serie di discariche private, le quali sono state autorizzate in modo assolutamente illegittimo e incostituzionale da parte di autorità pubbliche conniventi.

A nostro avviso, questi fatti, nonostante il linguaggio menzognero della politica, dovranno prima o poi entrare nell’immaginario collettivo, obbligando i nostri governanti al rispetto della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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