La Commissione Europea ci rimprovera di non esserci discostati dal neoliberismo

La Commissione Europea ci rimprovera di non esserci discostati dal neoliberismo

L’attuale governo, che, per altro, ha seguito la politica dei governi precedenti, ha violato volutamente e dichiaratamente i limiti europei, provocando una procedura di infrazione.

In sostanza l’Europa ci rimprovera di non aver diminuito il debito per non aver seguito a puntino le regole del neoliberismo e puntualizza di non credere alla realizzazione delle privatizzazioni previste in bilancio.

Si deve osservare in proposito che, assurdamente, i paesi che hanno una situazione economica migliore della nostra sono quelli che maggiormente si sono scostati dal pensiero neoliberista, nazionalizzando le imprese strategiche e agendo contro i tentativi di acquisto di queste ultime da parte di altri paesi.

Si ricordi che quando la Fincantieri ha tentato di acquistare, in parte, un’industria cantieristica francese, il governo Macron è intervenuto con forza, impedendo tale acquisto da parte dell’Italia.

Ciò detto, appare evidente che la Commissione Europea, nella sostanza, contraddicendo se stessa, ci rimprovera di non esserci abbastanza discostati dall’ideologia neoliberista, che impone privatizzazioni, delocalizzazioni e svendite, mentre esalta quei paesi come Spagna, Portogallo, Francia e Germania, i quali hanno mantenuto ferme nei loro territori le fonti di produzione di ricchezza, difendendole dalla voracità del mercato globale.

È per questo che abbiamo sempre ripetuto all’attuale governo di ricostituire il patrimonio pubblico italiano illogicamente ceduto a singoli privati e di evitare privatizzazioni, delocalizzazioni e svendite. Se il governo avesse agito in questa maniera, l’Italia avrebbe avuto un sicuro sviluppo economico ed una sicura diminuzione del debito. Insomma saremmo stati lodati dalla Commissione Europea proprio perché ci saremmo comportati in modo diverso da quanto richiede il pensiero neoliberista.

In questo consiste l’assurdità del comportamento della Commissione europea, insieme con il riprovevole e insulso atteggiamento del governo italiano.

Ricordiamo che il governo Monti, il quale seguì, con molta esattezza, le prescrizioni della Troyca produsse una incontenibile devastazione sociale e nello stesso tempo fece aumentare il debito pubblico, che, secondo quelle prescrizioni europee, sarebbe dovuto diminuire.

Nella illogicità del sistema economico predatorio neoliberista, bisogna agire d’astuzia e seguire i principi del sistema economico produttivo di stampo keynesiano.

In tal modo avremo anche l’elogio della Commissione europea.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

 

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