Si riportino nel demanio pubblico le sorgenti d'acqua

Si riportino nel demanio pubblico le sorgenti d'acqua

L’esigenza insopprimibile di disporre dell’acqua ha decretato la vittoria schiacciante del referendum del 2011, nel quale i cittadini hanno espresso la chiara volontà di ottenere che la distribuzione dell’acqua avvenisse mediante enti pubblici e non attraverso fameliche S.p.A. che sfruttano nel proprio interesse questo insopprimibile bisogno generale.

Purtroppo soltanto un comune, il comune di Napoli, per merito del suo sindaco Luigi De Magistris ha dato esecuzione alla volontà popolare.

Gli altri comuni hanno seguito la logica neoliberista che non ammette ingerenze da parte del popolo e decide tutto nell’interesse delle imprese e della finanza.

Purtroppo è anche da registrare che le sorgenti di acqua, e quindi l’acqua considerata in se stessa, sono state estromesse dalla proprietà collettiva demaniale dal decreto legislativo numero 85 del 2010 emesso dal governo Berlusconi e, finora, non ancora portato all’annullamento da parte della Corte Costituzionale.

Occorre una legge che riporti nel pubblico tutto quello che per natura o funzione soddisfi gli interessi pubblici essenziali, eliminando le micidiali privatizzazioni i cui effetti sono sotto gli occhi di tutto.

Sotto questo aspetto è essenziale l’opera dei liberi cittadini che vogliono attuare la Costituzione secondo la quale “la funzione pubblica del bene e l’utilità pubblica prevalgono sugli interessi privati”.

È una battaglia essenziale per la quale tutti dobbiamo impegnarci.

 

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

 

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