Bene togliere i decreti sicurezza, ma si ponga mano anche alla legge Lupi

Onore al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, la quale, dichiarando di voler abolire i due vergognosi decreti sicurezza di Salvini, ha posto in primo piano i valori etici e giuridici sui quali si fondano la nostra civiltà e la Costituzione della Repubblica italiana.

Ci sembra opportuno sottolineare che accogliere i giovani di razze diverse dalla nostra è un atto alta valore etico e risponde anche alla esigenza di rimediare in qualche modo al calo demografico della nostra Nazione.

L’esperienza ci dice che gli immigrati, se ben accolti, si adeguano perfettamente alla nostra cultura e conseguono anche ottimi risultati sia sul piano scolastico che su quello lavorativo. È dunque sulla integrazione che dobbiamo adoperarci.

D’ altro canto far cadere quei decreti sicurezza, che contengono anche regole vergognose contro le Ong per evitare che poveri naufraghi entrino in Italia, è un dovere morale e giuridico, sancito dall’articolo 2 della Costituzione secondo il quale: “la Repubblica tutela i diritti inviolabili dell’uomo”.

Sull’onda di questa importante e moralmente altissima iniziativa, è da richiamare l’attenzione dei politici anche sulla vergognosa norma della legge Lupi che vieta a coloro che si sono perfettamente integrati nel popolo italiano il diritto all’iscrizione anagrafica privandoli, in questa maniera, persino dell’allacciamento nelle loro abitazioni del servizio idrico, elettrico e del gas.

Una vera interdictio aquae et igni, cioè l’impossibilità di usare dell’acqua e del fuoco che gli antichi romani usavano imporre ai criminali e che Lupi, invece, ha usato contro poveri immigrati. Anche questa norma dovrà essere dunque immediatamente eliminata.

Sia ben chiaro per tutti, che, anziché combattere gli uomini che hanno un diverso colore della pelle, noi creiamo le condizioni favorevoli perché possano lavorare e produrre, integrandosi nel contempo nella nostra cultura e nelle nostre comunità, noi creeremo un beneficio per tutti, perché da dati statistici inequivocabili, risulta che queste persone vogliono lavorare, occupando posti che gli italiani hanno da tempo abbandonato.

Insomma si sappia che gli immigrati non tolgo lavoro a nessuno, e costituiscono una fonte di ricchezza per porre in moto interi settori dell’economia abbandonati a se stessi.

Tutto questo, ovviamente, lo affermiamo nell’ambito di una più ampia lotta contro lo strapotere della finanza e delle multinazionali che si impadroniscono delle nostre fonti di produzione di ricchezza, le quali attraverso il lavoro di tutti gli italiani, immigrati compresi, dovrebbero e potrebbero trattenere in Italia.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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