Renzi staglia l'ombra lunga del neoliberismo predatorio sul governo

Renzi staglia l'ombra lunga del neoliberismo predatorio sul governo

Mentre la temperatura del nostro pianeta aumenta in progressione geometrica, sciogliendo i ghiacciai della calotta polare, delle nostre alpi, dell’Himalaya e così via dicendo, e mentre la situazione economica italiana peggiora ulteriormente (vedi Whirlpool), torna alla ribalta con parole menzognere (si dichiara contro le modifiche costituzionali che lui steso voleva apportare) Matteo Renzi, cioè l’incarnazione del pensiero neoliberista.

Egli propone che la manovra finanziaria limiti a tremila euro e non a mille euro (come sostiene Conte) l’uso del contante, con ciò favorendo i grandi evasori. Inoltre vuole eliminare la tassa sulle bibite gassate (sugar tax) favorendo così le multinazionali come la Coca Cola. Infine non vuole porre limitazioni all’uso della plastica, favorendo ancora una volta le multinazionali ai danni della tutela ambientale.

Egli non ha minimamente a cuore le sorti dell’Italia , e pone in essere una battaglia di potere che dovrebbe giovare soltanto a lui.

Contraddittoria è la posizione di Di Maio, il quale, per un verso afferma a parole l’inderogabile necessità, sulla quale non si può non concordare, di far pagare le tasse ai grandi evasori e di aumentare i canoni delle concessioni e, per altro verso, violando i principi costituzionali di equità e di giustizia, vuole l’aumento del tetto delle transazioni in contante, facendo venir meno la tracciabilità dei movimenti finanziari, in base alle quali soltanto si possono individuare i grandi evasori.

Un’alleanza tra Di Maio e Renzi appare in lontananza sullo sfondo politico. Se ciò avvenisse sarebbe la fine dell’Italia, definitivamente svenduta (lo è già stato abbastanza) alla finanza e alle multinazionali, così come Tsipras ha svenduto la Grecia.

Inoltre gli effetti negativi del neoliberismo predatorio appaiono evidentissimi nelle rivolte in corso nel Cile, le cui fonti di produzione di ricchezza nazionale sono state del tutto privatizzate da Pinochet, provocando nel paese una miseria generalizzata.

Anche la rivoluzione catalana contro Madrid è, in realtà, una rivolta popolare contro i principi neoliberisti, fatti propri dalle istituzioni finanziarie internazionali (FMI) e dall’Europa (Commissione e Bce), infatti il motivo che sostiene maggiormente la rivolta è proprio la dipendenza economica dall’Europa.

La conclusione dunque è sempre la stessa. Noi italiani dobbiamo combattere, sul piano internazionale per difendere l’ambiente, e sul piano nazionale per difenderci dai traditori della patria, che non vedono altro fine se non quello di consegnarci nelle mani della finanza e delle multinazionali riducendoci nella più nera miseria.

È in gioco la stessa indipendenza dell’Italia.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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