Whirlpool: difendere la dignità dei lavoratori è difendere la dignità di tutti

La situazione economica mondiale e, in particolare la situazione economica italiana, dimostrano che l’idea neoliberista, secondo la quale le multinazionali sono legittimate ad imporre su tutto la loro volontà, è miseramente fallita.

I dati mondiali dimostrano che il sistema economico neoliberista non consegue i risultati che secondo i suoi sostenitori dovrebbe produrre. Il Pil della Germania si è fermato e con esso quello  dell’intera Europa con l’Italia ultima ruota del carro. Anche gli Stati Uniti e la stessa Cina prevedono riduzioni del prodotto interno lordo.

Ce n’è abbastanza perché i governanti capiscano che questo sistema è intrinsecamente errato.

Assurda è la situazione italiana. Le industrie straniere che, da tempo, vengono in Italia, sfruttano i nostri lavoratori, si impossessano delle nostre esperienze in vari settori lavorativi ed economici e poi vanno via, non curanti del sostegno loro offerto dai nostri governi.

È arrivato il momento di smetterla, poiché è chiaro agli occhi di tutti che le multinazionali, industriali e bancarie, ci stanno togliendo il pane di bocca. Hanno ragione gli operai della Whirlpool a gridare che adesso è una questione di dignità nazionale e che bisogna riparare ai madornali errori pervicacemente prodotti da una classe dirigente incapace e servile.

Oggi ci chiediamo per quali motivi nel 1992 sono state regalate agli stranieri l’Ina, l’Eni, l’Enel e l’Iri con tutte le sue numerose industrie. Ci chiediamo ancora per quale motivo i nostri ministri hanno proceduto alla privatizzazione delle nostre industrie e, addirittura trasformato il rapporto di pubblico impiego in un rapporto di diritto privato.

Oggi si sente l’urgenza di riavere l’Iri, Istituto per la ricostruzione industriale, nato nel 1933, che ha salvato autonomamente, con strumenti economici italiani, numerosissime industrie a rischio di chiusura.

Dobbiamo finirla con l’inchinarci di fronte a questi potentati esteri, pregandoli, senza un minimo di dignità, che non chiudano le fabbriche cha hanno in Italia, dopo aver ottenuto grandi sostegni economici da parte dei nostri governi.

Qualche intellettuale afferma che solo il popolo, il demos, può cambiare le cose.

Ebbene il popolo, che sta subendo gli effetti di scelte disastrose, deve oggi chiedere ai propri governanti uno scatto di dignità, obbligandoli a nazionalizzare le industrie in pericolo o già chiuse come la Whirlpool di Napoli.

Cominciamo da quest’ultima e da Alitalia e, costi quel che costi, riportiamo alla proprietà del popolo e dei lavoratori queste fonti di produzione di ricchezza nazionale di cui gli operatori economici stranieri si impossessano, ne traggono guadagnano e poi chiedono ai nostri governi di dare garanzie sui capitali impiegati.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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