Il neoliberismo ottunde le menti e declassa l'interesse per il clima

La battaglia contro i mutamenti climatici, tanto nobilmente invocata dai giovani di tutto il mondo, con a capo Greta Thunberg, ha suscitato un momento di entusiasmo, ma i fatti successivi hanno deluso le aspettative oscurando quel barlume di speranza che era stato suscitato.

Trattandosi di un problema globale, la lotta all’innalzamento della temperatura atmosferica sarebbe dovuta partire dagli Stati economicamente più forti e, quindi, maggiormente indebitati nei confronti dell’ambiente per i loro inquinamenti e le loro emissioni nocive.

Ma Trump, capo della nazione, al momento più forte del Mondo, nega l’esistenza del problema ambientale e, dopo essersi ritirato dal trattato di Parigi, ha ingaggiato una guerra commerciale con l’imposizione di dazi alle importazioni, e, adesso, ritirando le truppe americane dalla Siria, ha lasciato via libera a un dittatore cinico, arrogante, ricattatore e menzognero (che purtroppo dispone di un esercito fortissimo, il terzo della Nato), di iniziare una guerra atroce e ingiusta contro il popolo curdo che ha combattuto l’Isis, ed è privo di un proprio territorio (si tratta di 20 milioni di persone, per i quali un territorio andrebbe comunque individuato).

Non c’è niente di più inquinante delle esplosione delle bombe, ma di questo Erdogan non ha la minima idea. D’altra parte sembrano assopite, per effetto del pensiero neoliberista, le diplomazie di tutto il mondo, incapaci di porre in primo piano, e come problema numero uno dell’umanità, quello del surriscaldamento terrestre.

Molto insufficiente ci appare l’intervento del nostro governo, non tanto per l’esiguità della somma stanziata per il clima (tutto si riduce all’invito alla rottamazione delle auto), ma per l’impostazione generale data al problema, che non risulta essere considerato il problema numero uno anche dell’Italia.

Suggeriremmo all’attuale Ministro degli Esteri ( ed anche al Ministro dell’Ambiente) di farsi portatore presso tutte le diplomazie mondiali della necessità di smetterla con l’immissione del Co2 nell’atmosfera , in modo da suscitare nelle menti di tutti l’importanza primaria della soluzione di questo problema.

Una raccomandazione va anche rivolta al Presidente del Consiglio Conte, affinché, secondo quanto gli impone la Costituzione, diriga la politica generale del governo della quale è responsabile (art. 95 Cost.), nel senso di porre al primo posto il problema climatico.

Va da se poi che tutti gli italiani, i comitati e le associazioni, soprattutto quelle ambientaliste, levino forte la loro voce, manifestino sulle piazze e risveglino le menti addormentate di milioni e milioni di italiani.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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