Tav, cemento, autonomie: Il grande inganno di Salvini aiutato dal PD

Il M5S è stato messo all’angolo. La Tav si farà. E Luigi Di Maio tenterà di salvare la faccia votando contro. La realtà è che esiste un asse fortissimo tra la Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Pd. I quali stanno lavorando alacremente, per un verso come partito unico del cemento, e per altro verso come partito della disgregazione dell’unità d’Italia. Alludiamo, per il primo caso, a vari provvedimenti contro la tutela dell’ambiente, fortemente sostenuti dalla Lega, e all’approvazione da parte del PD di un piano paesaggistico territoriale regionale per il Lazio, che consente di costruire anche al centro di Roma.

Per il secondo caso, e cioè per quanto riguarda l’azione disgregatrice dell’unità d’Italia, il PD, insieme con la destra, è stato sempre all’avanguardia.

Ora il pericolo è incombente poiché si sta dando attuazione all’articolo 116 della Costituzione che al terzo comma prevede ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Disposizione che è stata intesa non nel senso corretto di adattare le norme alle esigenze locali, ma nel senso scorrettissimo di sottrarre competenze alla Stato comunità, alla Repubblica.

D’altro canto è da notare che la modifica del titolo V della Costituzione è stata approvata dalla sinistra e i pre-accordi tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna per le autonomie differenziate  sono stati formulati tra queste regioni e il governo Gentiloni, prevedendosi la clausola della impossibilità di emendamenti in sede parlamentare come previsto per le intese relative alle confessioni religiose non cattoliche (articolo 8 Cost.).

Attualmente gli interessi nazionali sono affidati alla ministra Stefani, veneta e corifea delle autonomie differenziate, sicché gli interessi dello Stato non sono stati per nulla tenuti presenti ed ad esso sono stati sottratti il diritto di dettare i principi direttivi nelle materie concorrenti, di cui al comma 3 dell’articolo 117 Cost., e di perdere la competenze in materia di ambiente, ecosistema, beni culturali, sanità e scuola.

Praticamente lo Stato diverrebbe un guscio vuoto. Infatti tutto questo distrugge ogni possibilità per lo Stato di svolgere una politica nell’interesse nazionale e svela in modo chiaro e indiscutibile che, in modo subdolo e segreto, si sta creando la separazione del Nord dal Sud Italia.

Ed è comunque da tener presente che i finanziamenti statali sono molto maggiori per il Nord che non per il Sud. Ad esempio, per la sanità è stato scelto il criterio dell’età, e poiché al Nord ci sono più anziani che al Sud, a causa delle migliori condizioni di vita, di conseguenza i maggiori proventi in campo sanitario vanno al Nord e non al Sud.

Si potrebbero enumerare altri numerosissimi casi,  i quali passano sotto gli occhi del Movimento 5 Stelle senza che questi possa reagire. E non è da trascurare il fatto che è caduto il silenzio anche sulla sorte dei 131 naufraghi da quattro giorni fermi nel porto di Augusta, perché Salvini, come ministro dell’Interno, e cioè al di la delle proprie competenze specifiche, ha affermato che tutti i porti italiani sono chiusi.

Salvini è dotato di una forte astuzia politica ed è abilissimo nello spostare l’attenzione dell’opinione pubblica puntando contro gli immigrati, i cosiddetti occupanti abusivi di alloggi di fortuna, i parcheggiatori abusivi di automobili e i poveri che chiedono l’elemosina.

Così facendo, e di sotterfugio, Salvini persegue ciò che Bossi non era riuscito ad ottenere. L’Italia del Nord, che nella mente di Salvini, sarebbe la locomotiva economica, si sgancia dai vagoni pesanti (sempre secondo Salvini) costituiti dal Sud Italia povero e inoperoso.

È un gravissimo errore perché i fatti sono diversi ed è molto più efficace predisporre una politica economica che metta in moto tutte le potenzialità del paese anziché perseguire una politica spregiudicata e ignobile che abbandona a se stesso la parte più povera dell’Italia nel tentativo di far progredire soltanto la parte più ricca.

Insomma è tutto un inganno ed è arrivata l’ora che gli italiani facciano valere le loro capacità intellettive, proponendo un’altra politica contro il PD e la Lega, fondata su solide basi economiche, e cioè riportando nel patrimonio pubblico di tutti gli italiani le fonti di produzione di ricchezza nazionale (molte delle quali sono nel Sud), evitando le privatizzazioni, le delocalizzazioni e le svendite e ponendo così le basi per una rinascita dell’intera Italia.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

 

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