La legge sulla sicurezza è una condanna della marginalità sociale

La legge sulla sicurezza è una condanna della marginalità sociale

Gli italiani veri cioè i figli della resistenza e dell’antifascismo che credono nei principi della Costituzione Repubblicana sono inorriditi di fronte alla legge che ha approvato il decreto legge sulla sicurezza.

Questo decreto raddoppia il tempo in cui i migranti possono essere inghiottiti nei centri di permanenza per il rimpatrio, pone pene più severe per chi occupa immobili abbandonati, il carcere per chi chiede l’elemosina con insistenza, nonché per i parcheggiatori abusivi. Arriva all’assurdo di smontare la stessa idea di cittadinanza, che ora si può revocare per terrorismo, ma solo a chi non l’ha acquisita per nascita. E queste sono solo alcune delle norme razziste contenute nella legge.

Come giustamente osserva Tomaso Montanari su Il Fatto del primo dicembre, questa legge “è una condanna della marginalità sociale, una persecuzione del disagio. Il degrado delle città viene fatto coincidere con la povertà: che non si cura, ma si punisce”.

Questa legge razzista è un oltraggio ai caratteri propri del popolo italiano che si è sempre distinto per spirito di accoglienza e umanità.

E’ inoltre l’espressione più evidente che Salvini non vuol cambiare nulla se non in peggio, egli è un neoliberista che vuole arricchire i ricchi e impoverire i poveri (vedi Flat tax).

Questa legge è assolutamente incostituzionale perché contrasta direttamente con l’articolo 10 della Costituzione commi 1,2,3 i quali affermano che “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciuto. La condizione giuridica dello straniero (ora alterata dal decreto sicurezza) è regolata dalla legge in conformità delle leggi e dei trattati internazionali (i quali in più occasioni tutela i diritti della persona umana).

Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni definite dalla legge”. Ora sono proprio queste libertà fondamentali del cittadino garantite dalla Costituzione che ignobilmente sono tolti agli stranieri.

L’unica via da seguire è quella dell’integrazione (parola cancellata dalla legge in questione) e il rispetto per i diritti dell’uomo (art.2 Cost.).

E’ ignobile una legge che aumenta i poteri dei ricchi e vuole distruggere il disagio sociale opprimendo le vittime di questo disagio medesimo.

Fare i forti con i deboli è il contrario di quanto dispone il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, e, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.

Questa legge razzista, inoltre, ignorando l’integrazione, danneggia anche gli interessi economici italiani che hanno bisogno di mano d’opera, largamente offerta dagli immigrati, per il proprio sviluppo economico. E’ un dato statistico inoppugnabile che gli immigrati hanno portato ricchezza al nostro paese aumentando il PIL col loro lavoro del 9%.

Dunque una legge moralmente ignobile, economicamente dannosa e da annullare al più presto da parte della Corte Costituzionale.

L’Associazione “Attuare la Costituzione” aderisce alle organizzazioni che tutelino i diritti sacrosanti degli immigrati.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

2 Responses

  1. Grazie per lo sguardo ampio che le sue parole abbracciano. E’ tempo di attivare la disubbidienza civile. Ospitiamo le persone ciacciate in strada e dichiariamolo mettendo alla finestra uno striscione che lo dichiari

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