Resta un'alternativa: riportare nel pubblico concessioni e privatizzazioni

Resta un'alternativa: riportare nel pubblico concessioni e privatizzazioni

Raccogliamo i frutti della dissennata politica degli ultimi decenni. Ha cominciato Andreatta sollevando la Banca d’Italia dall’obbligo di comprare i buoni del tesoro rimasti invenduti, costringendoci a rivolgerci al mercato globale, che ha alzato i tassi d’interesse fino al 25%, producendo quasi per intero l’attuale debito pubblico, per i cui interessi paghiamo oltre 65 miliardi all’anno. Hanno continuato i nostri rappresentanti al Consiglio dei Ministri Europeo e alla Commissione Europea che non hanno saputo difendere gli interessi italiani.
Siamo entrati nel nodo scorsoio della moneta unica e, prima attraverso un regolamento illegittimo, riconosciuto come tale dalla stessa Unione Europea, poi con il fiscal compact che non è un trattato europeo, ma un accordo intergovernativo, infine con la personalissima idea di Monti di mettere in Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio, ci siamo legati le mani da soli e oggi ne paghiamo le conseguenze.
Il programma di governo, stretto tra le cosiddette regole europee e la fagocità del mercato globale non può trovare vie di soluzione. In questo marasma di cose si aggiunge l’errore madornale di aver privatizzato una colossale ricchezza nazionale donandola a privati e sottraendo miliardi e miliardi alle casse dello Stato.
Al governo resta solo un’alternativa: abbandonare il programma proposto agli elettori e inattuabile nella situazione attuale per ricostituire la forza economica e autonoma del popolo italiano riportando nel settore pubblico la ricchezza che è stata dissipata mediante concessioni e privatizzazioni a favore di singoli, i quali la riutilizzano a loro piacimento e impediscono che essa torni nel mercato interno italiano.
Se riconquistassimo, con manager severamente selezionati, tutto ciò che è passato in mano privata e ricostituissimo così il patrimonio pubblico italiano del quale disponevamo non avremmo ostacoli a trovare in bilancio le risorse necessarie per attuare il reddito di cittadinanza e la riforma Fornero sulle pensioni.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.

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