Si parla di responsabilità e non si fa cenno più alle nazionalizzazioni

Si parla di responsabilità e non si fa cenno più alle nazionalizzazioni

Bene ha fatto Luigi De Magistris a rispondere alle pretese delle regioni del nord con tre delibere del Comune di Napoli che prevedono: un manifesto politico concreto dell’autonomia della città, la cancellazione del debito ingiusto e la costituzione di una moneta alternativa.
Una risposta adeguata alle richieste delle regioni del nord (Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna) che vogliono assorbire competenze Statali con i relativi fondi per gestirle. In tal maniera il denaro sarebbe tolto al Sud e trasferito al Nord anche se ciò contrasta completamente con l’articolo 119 della Costituzione, il quale prevede “un fondo perequativo, senza vincolo di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”.
È da porre, tuttavia, in rilievo che, a parte questioni di carattere puramente regionale, c’è un problema nazionale che investe tutti: quello di difendersi dal mercato generale avversando le privatizzazioni e favorendo le nazionalizzazioni. Problema, questo, che la menzognera propaganda neoliberista diffusa dai nostri media sta cercando di porre in secondo piano, spostando l’attenzione del pubblico sul tema delle responsabilità per il crollo del ponte di Genova.
Un documento sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle afferma che devono essere valutate attentamente le responsabilità e che solo a seguito di tali accertamenti si potrà parlare di revoca delle concessioni. Di nazionalizzazione e di responsabilità dei governi regressi non c’è più nessun cenno.
Insomma mentre Fico, Di Maio e Toninelli chiedono a gran voce la eliminazione delle privatizzazioni e la nazionalizzazione di Autostrade, Salvini riesce a mettere tutto sotto silenzio, ponendo questioni di accertamento di responsabilità.
Eppure il discorso è semplicissimo, le privatizzazioni hanno i seguenti costi: quelli per la manutenzione dei beni o servizi, quelli per il personale addetto e quello, solitamente il più alto, per il profitto del gestore. La nazionalizzazione invece elimina questo ultimo costo e utilizza il profitto per il buon funzionamento della gestione.
In più le nazionalizzazioni assicurano dalla speculazione finanziaria i beni e i servizi pubblici strategici. Siamo a una svolta epocale: o si cambia l’Italia restituendo agli italiani le ricchezze che naturalmente gli appartengono o disperdiamo queste ricchezze tra pochi soggetti che le sperperano per il loro personale interesse causando così la rovina dell’Italia.
Professor Paolo Maddalena
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
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