Si addensano nubi sul piano climatico e militare globale

Si addensano nubi sul piano climatico e militare globale

Dominano i media odierni le drammatiche notizie sull’alluvione che ha disastrato trequarti dell’Emilia Romagna, dando luogo a 14 morti,  a 34 mila sfollati e non si sa a quanti dispersi.

Al riguardo la causa prima di questo disastro è da ricercarsi nel fatto che in tutto il mondo , come sostiene il Premio Nobel Parisi, l’aumento dei gas serra ha raggiunto limiti insostenibili, producendo un aumento della temperatura globale che, a sua volta, dà luogo al formarsi di alluvioni e uragani.

Nell’ambito di questo fenomeno generale, la cui soluzione dipende da un accordo di Stati Uniti, Cina e India, che sono i maggiori produttori di Co2, sono da ricercare cause particolari, le quali, per quanto riguarda l’Emilia, vanno individuate soprattutto nell’incremento del consumo di suolo per il quale detta regione è al terzo posto dopo Lombardia e Veneto.

Se si pensa che questi fenomeni sono avvenuti dopo un periodo di siccità, si capisce la loro enorme capacità distruttiva, poiché il terreno secco non assorbe acqua, la quale dilava e investe tutto quello che trova. Un fenomeno generale e globale dunque che si accompagna a disfunzioni locali. 

Sul piano generale, all’emergenza climatica si aggiungono seri motivi di guerra, che si verificano qua e là in vari punti del globo.

Il G7 che si è riunito a Hiroshima ha parlato del ricorso a una coercizione economica a carico della Cina e della Russia, ma si è fatto presente anche la difficoltà dell’aggiramento di queste sanzioni, limitandosi a constatare che la prospettiva del disarmo nucleare purtroppo si allontana.

Al G7 di Hiroshima ha fatto da contrappunto il contro-vertice della Cina e 5 Paesi sotto l’influenza russa, facendo rilevare che ormai si sono formati nel mondo tre poli contrapposti: Russia, Cina e Occidente. Un quadro generale che non spinge certo all’ottimismo. 

Per quanto riguarda la politica interna stanno emergendo i gravi errori compiuti dal governo Meloni, infatti la Banca d’Italia ha bocciato la flat tax, ritenendola poco realistica e poco compatibile con il nostro sistema di welfare; la Commissione studi del Senato ha bocciato il progetto di Calderoli sulle autonomie differenziate, sottolineando che esse comporterebbero un aumento notevole dei costi senza copertura; infine l’alto commissariato per gli immigrati dell’Onu ha bocciato in pieno, come contrario ai diritti umani, il decreto Cutro, varato dal nostro governo in tema di migranti. E l’elenco potrebbe continuare.

Come ripeto da tempo abbiamo una sola arma da usare: attuare la nostra Costituzione che informa l’economia alla più ampia circolazione della moneta, ed evita l’accumulo di questa nelle mani di pochi, che la usano per fini certamente non sociali.

E ricordo che contro talune direttive e regolamenti dell’Unione europea, ispirati dal neoliberismo, per giurisprudenza costituzionale, prevalgono i principi fondamentali della nostra Costituzione.

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Il caso Trump. Somiglianze con Berlusconi e esaltazioni della Meloni

Il caso Trump. Somiglianze con Berlusconi e esaltazioni della Meloni

La vicenda di Trump, sostenuto da un’infinità di suoi sostenitori, che ha destato grandissimo interesse nell’opinione pubblica, dimostra in quale stato sia caduto l’immaginario collettivo in America e in tutto l’Occidente.

Infatti per quanto ci riguarda non possono sfuggire all’attenzione dei più attenti osservatori le analogie esistenti tra il comportamento di Trump e quello di Berlusconi, soprattutto per quanto riguarda l’irregolare pagamento di Porno star e i falsi in bilancio. Non si può non notare peraltro che il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha più volte indicato come esempio il comportamento di Trump, riferendosi, dobbiamo ritenere, non alle sue criticabilissime azioni, ma alle idee del partito conservatore dei repubblicani, dimostrando così che per lei ciò che conta è il mantenimento dello status quo piuttosto che una radicale riforma fondata sui principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana.

Proprio ieri infatti il Consiglio dei ministri, che già era andato incontro agli interessi dei più ricchi con l’aumento del contante, con la flat tax e con i condoni, con poca ampiezza di vedute, ha addirittura spostato in avanti le scadenze poste alla cosiddetta tregua fiscale.

Oggetto di questa speciale tregua sono numerose situazioni irregolari. 

Segnalo comunque l’inaccettabile condono che riguarda il cosiddetto ravvedimento speciale per le violazioni sostanziali (cioè per indicazione non veritiere nella dichiarazione unica dei redditi fino al 2021) la cui scadenza era fissata al 31 marzo 2023 ed è stata prorogata al 30 settembre 2023, e fino al 20 dicembre 2024 in caso di rateizzazione.

Altro caso eclatante è quello che riguarda la non punibilità dei reati riguardanti inadempimenti tributari per importi superiori a 150 mila euro stabiliti in sede di condono, beneficio prorogato fino all’ultimo minuto possibile, cioè fino all’inizio del giudizio di primo grado.

L’elenco potrebbe continuare a lungo, poiché numerosissimi sono i condoni di questo tipo, ma quello che conta è mettere in evidenza che il nostro governo, con la tregua fiscale in questione, ha commesso una violazione gravissima dei principi fondamentali della nostra Costituzione, poiché addirittura ha dato un premio a chi non ha pagato le tasse rispetto a chi ha adempiuto ai propri doveri tributari, violando nello stesso momento gli articoli 3 e 53 della Costituzione.

E, inoltre, tutto questo è in palese e imperdonabile contrasto con l’articolo 54 della Costituzione, secondo il quale: “tutti i cittadini hanno il dovere di osservare la Costituzione e le leggi”, mentre “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.

Ogni commento ulteriore sarebbe ultroneo. 

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Il Consiglio dei Ministri del 16 marzo ultimo scorso ha gettato la maschera. Ed è apparso il vero volto di Maja

Il Consiglio dei Ministri del 16 marzo ultimo scorso ha gettato la maschera. Ed è apparso il vero volto di Maja

Mentre l’affermazione del sistema economico predatorio neoliberista, che pone tutte le ricchezze nelle mani di privati, evitando di porre fuori commercio quei beni di preminente interesse generale, necessari per soddisfare i bisogni e i diritti fondamentali del Popolo, sta dimostrando la sua incapacità a mantenere la stabilità dei mercati, come provano i crolli bancari a catena che partono dalla Silicon Valley statunitense per arrivare a destabilizzare le banche europee e in particolare la Credit Swisse svizzera, il governo Meloni, a occhi bendati, va avanti nell’attuazione di questo malefico e distruttivo sistema economico, apertamente in contrasto con gli interessi dell’intero Popolo.

Infatti nell’importante Consiglio dei Ministri di ieri si è dato il via libera all’attuazione completa della flat tax per tutti, con una forte riduzione del prelievo fiscale, ma senza indicare con quali siano i mezzi finanziari per farvi fronte.

Si è deliberato inoltre di dare via libera al mostruoso Ponte di Messina che comporta danni incalcolabili all’ambiente, nonché alla flora e alla fauna marina, molto densa in quello Stretto.

E infine si è dato via libera all’Autonomia differenziata che distrugge in pratica l’eguaglianza economica, sociale e politica dello Stato italiano.

La presentazione di questi tre passi falsi è stata effettuata con argomenti che danno l’idea di una fiera della menzogna, e soprattutto senza tenere in minimo conto le gravissime violazioni degli intoccabili principi e diritti fondamentali della Costituzione, che vengono violati in tutte e tre le menzionate materie.

Per quanto riguarda la flat tax, la violazione riguarda decisamente il criterio della progressività del sistema tributario, sancito dall’articolo 53 Cost., nonché l’altro principio fondamentale, secondo il quale la previsione di nuove e maggiori spese (nel caso derivanti dall’attuazione della flat tax) deve indicare i mezzi per farvi fronte (art. 81 Cost.).

Per quanto riguarda il Ponte di Messina, come risulta da un numero incalcolabile di perizie tecniche, si tratta di un’opera che viola l’articolo 9 della Costituzione, principio fondamentale inderogabile, che tutela il paesaggio, il patrimonio storico artistico della nazione, la biodiversità, l’ecosistema e l’ambiente, nonché l’articolo 41 della Costituzione che tutela, contro l’iniziativa economica privata, l’ambiente e l’utilità sociale.

Ultima fortissima violazione della Costituzione è quella delle autonomie differenziate che hanno la loro origine nella incostituzionale abrogazione, da parte della legge numero 3 del 2001, di riforma del titolo V, dell’originario articolo 117 della Costituzione, secondo il quale : “la regione emana le sue leggi nei limiti fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempre che le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale e con quelle di altre regioni”.  

Una violazione che trova preciso riscontro nel terzo comma dell’articolo 116 del riformato titolo V della Costituzione, secondo il quale: “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia…possono essere attribuite ad altre regioni con leggi dello Stato”.

Norme che violano la struttura stessa dello Stato-Comunità sancito in Costituzione. E in particolare l’articolo 1, secondo il quale: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, nonché l’articolo 5 Cost., secondo il quale: “la Repubblica è una e indivisibile”.

In sostanza quanto deciso nella citata seduta del Consiglio dei Ministri dimostra che questo governo agisce in contrasto con i principi e i diritti fondamentali dell’intero Popolo sovrano e contro, come già accennato, la struttura stessa dello Stato-Comunità.

È arrivato il momento in cui il Popolo deve far ricorso al suo diritto di resistenza contro i soprusi del governo, facendo ricorso, alla indizione, ai sensi dell’articolo 75 Cost., di un referendum popolare che abroghi gli atti legislativi, varati a seguito dell’ultimo Consiglio dei Ministri, appena verranno in essere, tenendo presente che è in gioco l’eguaglianza economica e sociale, di cui all’articolo 3 della Costituzione, e che questo governo sfacciatamente sposta sui più deboli gli oneri sociali che invece dovrebbero gravare, secondo il citato criterio della progressività, sulle classi più abbienti. 

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