La questione Alitalia-Ita è l'esempio programmatico della distruzione dell'intera economia italiana

La questione Alitalia-Ita è l'esempio programmatico della distruzione dell'intera economia italiana

L’ostacolo maggiore per la soluzione del gravissimo problema della trasformazione di Alitalia in Ita è costituito dalla deviazione mentale dei nostri governanti, i quali non partono da ciò che loro impone la Costituzione, e cioè dall’idea di far confluire nel bilancio dello Stato i frutti delle nostre fonti di produzione di ricchezza (industrie strategiche, servizi pubblici essenziali, fonti di energia e situazioni di monopolio, di cui all’articolo 43 Cost.), ma dall’idea, invero peregrina e certamente autolesionista, secondo la quale l’appartenenza delle fonti di produzione di ricchezza allo Stato, inteso come un insieme di persone inesperte, se non corrotte, sia un danno per la collettività.

Insomma in questa ottica la ricchezza in mano pubblica costituirebbe, come dice Bonomi e come ripete Giorgetti, una sorta di “poltronificio” del quale occorre disfarsene.

Strumento ideale a questo fine è dunque la privatizzazione, cioè la trasformazione dell’ente o dell’azienda pubblica in una S.p.A. agevolmente vendibile a speculatori italiani e soprattutto stranieri. Non si pensa alle conseguenze di queste errate idee, che consistono nel cadere dalla padella nella brace o, se si preferisce, gettare l’acqua sporca con il bambino.

Infatti, se davvero si ragiona, appare evidente che spogliarsi delle fonti di produzione di ricchezza significa perdere gli elementi che assicurano la vita del Popolo italiano e inducono la Nazione al proprio suicidio non restando altra prospettiva se non quella di essere dominata dalle potenze economiche straniere.

Punto di partenza, invece, deve essere la tutela della nostra ricchezza dagli assalti del mercato generale e degli attuali manovratori dell’Europa, i quali mirano proprio a spogliarci di quelle fonti di quei beni produttivi ai quali facevamo riferimento.

Insomma è da capire che dobbiamo difendere i nostri beni e non favorire il loro trasferimento in mano straniera. Purtroppo, nel caso della questione Alitalia-Ita, si sta facendo esattamente il contrario: si sta agendo per disfarci dei nostri beni produttivi.

Non sfugge che il Presidente di Ita Alfredo Altavilla ha detto a chiare lettere che egli agirà secondo quanto ha già fatto Marchionne per la Fiat: cioè vuole donare agli stranieri, come è avvenuto per la Fiat, una grande fonte di produzione di ricchezza, il trasporto aereo.

È vero che, come ha dimostrato Berlusconi in Italia, esistono molte persone che vivono lucrando sui beni del Popolo, come i famosi capitani coraggiosi: ricordiamo Colaninno, Benetton (che ancora comanda l’Aeroporto di Fiumicino facendo pagare a Alitalia tassi più altri di tutti gli altri aeroporti), Marcegaglia, Riva, Caltagirone e altri.

L’esistenza di questi soggetti non impedisce tuttavia di trovare altre persone, che pure esistono in Italia, e che vogliono agire per il bene comune e non nell’interesse personale. Bisognerebbe cominciare dunque a togliere di mezzo Altavilla e porre a capo della nascente Ita un soggetto che sappia effettivamente dirigere un’azienda pubblica, come a suo tempo lo fu Enrico Mattei, del quale nessuno ricorda più le eroiche gesta.

Purtroppo l’errore è anche nella testa di Draghi e Giorgetti, i quali sono ferrei neoliberisti, e non vogliono capire che l’Italia, nella sua condizione di inferiorità economica, non può agire in un sistema fondato sulla concorrenza, alla quale consegue inevitabilmente l’estinzione globale della propria economia. Ma, almeno in un primo tempo, deve difendersi dalla concorrenza internazionale, deve fare in modo che la ricchezza della Nazione non finisca nelle mani dei pochi summenzionati soggetti e ogni italiano abbia i mezzi per assicurare a se e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa (art. 36 Cost.), facendo ricorso a ciò che impone la nostra Costituzione. E cioè fare in modo che l’iniziativa economica privata non contrasti con l’utilità sociale, come vorrebbe Altavilla, né con la sicurezza, la libertà e la dignità umana (art. 41 Cost.). Tenendo peraltro presente che, in virtù dell’articolo 42 della Costituzione, le imprese, le quali non assicurano lo scopo della funzione sociale (il che significa essenzialmente non licenziare i dipendenti) finiscono di appartenere al loro proprietario privato e passano automaticamente nella proprietà del Popolo sovrano.

Queste sono le idee che a mio avviso dovrebbero guidare la trattativa in corso tra sindacati e governo. Ritengo di dover ricordare ai sindacati che costituisce un errore gravissimo partire dalle premesse governative sopra illustrate e non pensare che l’obiettivo da raggiungere, considerate le condizioni economiche dell’Italia, non sono quelle di partecipare con il sacrificio totale e definitivo del Popolo a un sistema economico predatorio di stampo neoliberista, ma quello di difendersi da questo sistema e dal conseguente attacco ai nostri beni da parte del mercato generale, in modo da conservare agli italiani quello che spetta a tutti come proprietà collettiva demaniale, cioè come beni essenziali per la vita del Popolo e per la sua stessa esistenza, e che per questo fanno parte del demanio (nella formulazione voluta dalla Costituzione) che assicura la inalienabilità, inusucapibilità e inespropriabilità di questi beni.

Attenzione: la sovranità appartiene al Popolo e non è cedibile in nessun campo: né in quello monetario (sul quale è da fare un lungo discorso), né in quello puramente economico.

Invito perciò tutti a osservare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 40, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

2 Responses

  1. Dal 2001 al 2004 un tal Mengozzi che porta il passivo Alitalia da 200 milioni di euro a un miliardo e passa e arriva Cimoli…..scienza economica…che taglia tutte le linee intercontinentali e più remunerative e porta il deficit a quasi 4 miliardi…..e si portano i libri in tribunale…..pagheranno mai tante stoltezza??

    1. Giustissimo ,prof Maddalena ! Con la distruzione di Alitalia ,la.banda.neoliberista di Draghi sta portando avanti il
      Piano delle multinazionali
      di colonizzare l’Italia!

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