La perizia sul Morandi conferma la mancata manutenzione. Revoca immediata della concessione.

La perizia sul Morandi conferma la mancata manutenzione. Revoca immediata della concessione.

La piena colpevolezza e l’arroganza dei responsabili del crollo del ponte Morandi trova conferma nella perizia dei consulenti tecnici d’ufficio, depositata ieri presso il gip di Genova

La gravissima infezione del Covid-19 non dà segni di diminuzione e la notizia di un mutamento del virus pone gravi dubbi sull’efficacia del vaccino che sta per essere somministrato a livello mondiale.

La casa produttrice Pfitzer e anche illustri virologi affermano che il vaccino dovrebbe avere efficacia anche sulle registrate mutazioni. Ma siamo sempre nel campo delle previsioni.

Il punto in questa situazione è che occorre essere estremamente prudenti nell’uso delle restrizioni di recente sancite, checché ne dicano i negazionisti.

Sul piano economico segnaliamo che è stata depositata la perizia tecnica, ordinata dal Gip Angela Nutini, presso il tribunale di Genova, ed eseguita da esperti di massimo prestigio e cioè: dall’ing. Giampaolo Rosati e dall’ing. Stefano Tubaro del Politecnico di Milano, dall’ing. Massimo Losa e dall’ing. Renzo Valentini dell’Ateneo di Pisa.

Tale perizia dichiara inconfutabilmente un gravissimo difetto di manutenzione da parte della concessionaria Aspi, la quale, nonostante l’avvertimento, avvenuto nel 1985 da parte dell’ingegner Morandi, ideatore del progetto, sulla delicatezza della costruzione, ha omesso qualsiasi manutenzione a partire dal 1999, quando l’Anas, dopo aver effettuato il suo ultimo provvedimento manutentivo nel 1993, passò ad essa la gestione delle autostrade. È un fatto gravissimo, che dimostra negligenza assoluta, oltre la piena responsabilità della morte di 43 persone.

Si riconferma, così, il micidiale errore delle privatizzazioni, nel caso di specie effettuata dal governo Prodi, della gestione dei servizi pubblici essenziali, quali sono le autostrade. Ed è da ribadire che le privatizzazioni di questo tipo sono vietate dall’articolo 43 della Costituzione, secondo il quale, come sempre abbiamo ripetuto, devono appartenere alla mano pubblica: le industrie strategiche, i servizi pubblici essenziali, le fondi di energia e le situazioni di monopolio.

A questo punto il Ministero dei Trasporti ha l’obbligo morale e giuridico di revocare la concessione con assoluta immediatezza. È semplicemente assurdo pensare che la revoca è ancora oggetto di trattativa tra detto ministero e questa pessima società concessionaria.

Chi ha sbagliato deve pagare! Lo impongono gli articoli 2, 3 e 32 della nostra Costituzione, che pongono come principio fondamentale della Repubblica il rispetto della vita e dello svolgimento della persona umana.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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One Response

  1. Le Vs dichiarazioni sono giuste e tuttavia ormai la questione centrale è il metodo del modello culturale industriale nel quale viviamo,che non consente cambiamenti ma il collasso.La natura del fenomeno “civiltà industriale” è quella della categoria destinata a collassare.Non vi è più tempo x cambiamento che resta impossibile.In Italia avevamo la COSTITUZIONE che,se attuata,ci poteva traghettare in un nuovo modello,che è il solo possibile,e cioè il Socialismo integrale,che anche Papa Bergoglio ha indicato anche se in modo ancora non esatto,visto che non viene toccato,elaborato,l’errore antropocentrico di derivazione biblica.E qui sta il punto,perchè occorrerà infine trovare un altro mito fondante per un nuoivo modo di vivere. Detto questo,la discussione posta da Voi,sulla base della Costituzione,è utile per capire errori e deviazioni.Quindi ritengo valida la discussione.

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