Una politica miope neanche ipotizza un cambiamento dell'economia

Una politica miope neanche ipotizza un cambiamento dell'economia

Il Covid-19 avanza in Italia e nel mondo. In Italia sono stati registrati 3678 nuovi contagi. Allarmanti i numeri che arrivano dalla Francia, dove solo ieri sono stati contati 18 746 nuovi casi e dalla Spagna dove i casi registrati ieri sono 10 491. Anche in Germania i contagi sono saliti 4010 (ieri). Fuori controllo è poi la situazione in vari Stati del mondo.

In politica sorprende il piano programmatico annunciato da un lato da Salvini, dall’altro da Zingaretti.

Entrambi tentano di spostarsi al centro (Salvini parla di rivoluzione liberale) e puntano ad essere il primo partito in Italia.

Ma nessuno dei due parla di lotta al neoliberismo imperante e sembra che per loro non ci sia altra via d’uscita, se non quella di restare soggetti ai cosiddetti poteri forti, dimenticando che questi si stanno impadronendo di tutte le fonti di produzione di ricchezza nazionale.

Si parla di liberalismo laddove si dovrebbe parlare di nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio, come prescrive l’articolo 43 della Costituzione.

Si parla di ripresa economica, ma i fondi che arriveranno in prestito dall’Europa non vengono affatto impiegati per riportare nella proprietà del popolo sovrano i beni produttivi, anzi si provvede a regalare a Tim, che è una società straniera, nella quale la partecipazione italiana è di poco superiore all’otto per cento, la rete per la fibra ottica, si lasciano le autostrade in mano agli speculatori, si consegna il porto di Trieste nelle mani di un Ente pubblico tedesco e cioè della Repubblica federale tedesca.

Si promette benessere, ma poi sentiamo dire dalla Confindustria che l’assunzione di personale da parte dello Stato costituisce un danno, non considerando, codesti imprenditori, che la produzione di merci presuppone la capacita di acquisto dei clienti, la quale dipende dalla diffusione della ricchezza stessa alla base della piramide sociale.

Insomma balza agli occhi il quadro di un mondo politico e industriale assolutamente incapace di svolgere le proprie funzioni nell’interesse del Popolo e la prospettiva che abbiamo davanti, causa anche gli effetti dannosi del corona virus, è quella di un immiserimento generale.

C’è da auspicare che le forze sane del Paese si uniscano per combattere unanimi lo strapotere economico delle multinazionali e della finanza e salvare così l’Italia dalla prevedibile e prossima fine economica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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