Gli interessi privati riescono ad oscurare in tutto l'interesse pubblico, specialmente in senso economico

Gli interessi privati riescono ad oscurare in tutto l'interesse pubblico, specialmente in senso economico

Nell’indifferenza generale avanzano gli effetti negativi dell’innalzamento della temperatura sul pianeta. In Louisiana è arrivato l’uragano “Laura”, con un vento che supera i 240 chilometri orari (record assoluto anche rispetto al disastroso uragano Katrina del 2005), con distruzione completa di edifici, fabbricati e alberi di ogni tipo.

La corsa di Laura continua con un aumento di velocità del vento e non sappiamo quale sarà il resoconto finale dei danni arrecati al territorio e alle persone.

Sul piano economico i fatti posti in evidenza dalla stampa odierna riguardano la riapertura delle scuole, come verranno ripartiti i soldi del Recovery fund e il tema, dibattuto e controverso, della fibra ottica.

I tre temi sono accomunati dal fatto inammissibile che, nelle decisioni da adottare, prevalgono gli interessi privati, mentre sembra del tutto scomparso l’interesse nazionale.

Per quanto riguarda la scuola, i negazionisti del corona virus (i quali arrivano anche a negare di essere stati contagiati) sono appoggiati dai governatori di estrazione politica di destra, che vorrebbero che il trasporto degli alunni avvenga senza il rispetto della distanza, che in aula gli alunni stessi non siano tenuti ad indossare le mascherine, mentre, ad aggravare la situazione si sono messi anche gli insegnanti, i quali in rilevante percentuale si oppongono a sottoporsi ai tamponi e agli esami sierologici.

Per quanto riguarda il Recovery fund, avvoltoi di piccolo cabotaggio si contendono l’approvazione dei loro progetti, che ammontano a complessivi 534 elaborati, presentati al ministro dell’economia Gualtieri e che dovranno essere poi valutati dal Ministro per gli Affari europei Amendola.

Manca, in questi progetti, un filo conduttore che miri all’utilizzazione di questi fondi all’unica finalità di soddisfare i bisogni essenziali delle popolazioni amministrate, e appaiono, peraltro, espressione di interessi particolari e individualistici.

Il tema più importante, sotto il profilo economico, è quello della fibra ottica, in ordine alla quale gli avvoltoi di turno si scambiano, fra di loro, orribili colpi d’ala, come direbbe il Manzoni.

La rete dovrebbe essere costruita a spese dello Stato e della Tim, ma lo Stato dovrebbe scomparire per quanto riguarda la sua gestione, cioè per trarne i dovuti profitti.

È questo l’atteggiamento assunto dalla società privata Tim, la quale, pur scaricando buona parte delle spese sull’intera collettività per quanto riguarda la costruzione della rete, pretende l’assoluta supremazia in sede di gestione di questa.

Secondo la Tim dovrebbe essere costituita una nuova società denominata Fibercop, nella quale le quote dovrebbero essere così ripartite: alla Tim il 58%, agli americani del fondo KKR il 37,5% e alla società italiana privata Fastweb il rimanente 4,5%.

Resterebbe così esclusa del tutto OpenFiber, la quale è costituita da Enel, e Cdp, S.p.A. con prevalente capitale pubblico.

Ciò vuol dire che, secondo gli operatori della Tim, nella gestione della fibra, non ci dovrebbe essere il pur minimo intervento da parte dello Stato.

Questo è un grave oltraggio alla Repubblica, e cioè al Popolo italiano, e contiene in sé il gravissimo errore di ritenere che il servizio costituito dalla fibra ottica costituisca una preda senza padrone, mentre invece, ai sensi degli articoli 42 e 43 della Costituzione, il servizio della fibra ottica, sia per quanto riguarda la proprietà, sia per quanto riguarda la gestione, rientra nella proprietà pubblica del Popolo italiano a titolo di sovranità.

Come si nota, la proposta di Tim si configura come un vero e proprio attacco alla Costituzione e alla sovranità del Popolo.

Che i nostri ministri trattino alla pari con questi ipotetici concessionari, significa che essi non tengono conto del loro dovere di tutelare la proprietà pubblica demaniale del Popolo.

Trascurano cioè il dato essenziale che stiamo parlando di un bene, non di nessuno, ma di tutti i cittadini considerati nel loro complesso.

Pertanto il governo e il Parlamento dovrebbero esercitare i loro poteri sovrani, evitando inutili trattative con interessi privati e perseguendo soltanto l’interesse pubblico nazionale.

Lo impone l’articolo 52 della Costituzione, secondo il quale i soggetti investiti di funzioni pubbliche devono agire con “disciplina ed onore” a tutela degli interessi del Popolo sovrano.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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