Il virus del neoliberismo, che intorpida la mente dei politici, gareggia con il Covid-19

Il virus del neoliberismo, che intorpida la mente dei politici, gareggia con il Covid-19

Il pensiero neoliberista, il cui fondamento fallace è nel mainstream della crescita illimitata, che è illogica in un mondo limitato (est modus in rebus, c’è un limite nelle cose), ha inciso fortemente sull’atteggiamento negativistico nei confronti del Covid-19, portato avanti soprattutto da Stati Uniti, Inghilterra e Brasile.

Oggi la situazione è più triste che mai. Nel mondo i contagi hanno superato i 15 milioni. E, in questa terribile classifica, il primo posto, lo hanno guadagnato gli Stati Uniti d’America, che, da prima hanno negato l’esistenza del corona virus, e ora hanno superato i 4 milioni di contagi.

Drammatica è la situazione in Brasile, America Latina, India, Sud Africa e Russia, mentre si fa sentire in Europa una molto temibile seconda ondata, che ha portato i contagi in Spagna a 971 e in Francia a oltre mille nella giornata di ieri, mentre il focolaio relativo al noto mattatoio allocato in Germania ha toccato oltre 2000 infezioni. Ed è da sottolineare che in Italia, per la prima volta dopo settimane, sono stati superati i 300 contagi in un giorno soltanto.

Sul piano economico i politici di Pd , Forza Italia e Italia Viva, e, in particolare, Gentiloni, che riveste la carica di Commissario europeo per l’economia, insistono affinché l’Italia attinga ai fondi del Mes, senza tener conto che gli operatori del Mes, secondo il trattato istitutivo di questa istituzione, hanno un penetrante potere di vigilanza e di controllo e sono immuni da responsabilità penale, civile e amministrativa, mentre immuni sono anche i loro archivi.

Insomma accedere al Mes, con la giustificazione che i prestiti sarebbero senza condizionalità, è un’affermazione menzognera, che ci espone a gravissimi rischi nella utilizzazione dei fondi, senza nessuna possibilità di ricorrere, né al diritto interno, né al diritto europeo, né al diritto internazionale.

Sembra assurdo, ma in politica regna ancora il pensiero distruttivo del neoliberismo e, se non lo si sostituisce con il pensiero di stampo produttivo keynesiano (previsto in Costituzione), è fin troppo chiaro che i prestiti ricevuti dall’Europa si risolveranno in un boomerang che costringerà l’Italia alla svendita delle sue fonti di produzione nazionale, alla perdita del territorio e alla fine della stessa Repubblica.

Riflettano su questi dati i nostri politici prima di diffondere parole al vento, e soprattutto leggano e capiscano cosa impone il titolo terzo, della parte prima, della nostra vigente Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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