L'Europa è a un punto decisivo: deve decidere se essere comunitaria o neoliberista

L'Europa è a un punto decisivo: deve decidere se essere comunitaria o neoliberista

I Paesi del Nord Europa: Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia, dopo lo spregevole atteggiamento dimostrato in sede europea, a proposito del Recovery Fund, meritano che all’aggettivazione di Paesi fortemente imbevuti di neoliberismo deve aggiungersi, purtroppo, anche l’aggettivazione di Paesi colonialisti.

Essi, del resto, hanno ereditato molto dall’Inghilterra, oramai uscita dall’Europa.

Ma non dimentichiamo che l’Olanda è stata, nella storia, uno dei Paesi più colonialisti del mondo.

Nella mente di queste persone non esiste minimamente il concetto di Comunità, ma solo quello dell’egoismo nazionale cui consegue il concetto di sopraffazione degli altri Paesi.

Dopo questa enorme manifestazione di egoismo il verdetto da emettere su questi Stati è soltanto uno: essi sono indegni di far parte dell’Unione europea, anche se l’Olanda è stata una delle nazioni fondatrici che però, ha ora al comando un certo Rutte, che ha profondamente derazzato dai suoi padri.

In questo momento si sta giocando la sorte dei Paesi europei, che attualmente comprendono 741 milioni di abitanti, di fronte ai 17 milioni di olandesi, pari al 6% del totale della popolazione europea.

È dunque arrivato il moneto di fare pulizia, se vogliamo davvero costituire gli Stati Uniti d’Europa.

Un atteggiamento molto positivo è stato dimostrato dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e anche dalla Merkel e da Macron, i quali hanno molto probabilmente capito che l’Europa non può essere un luogo di sfruttamento dei Pesi più forti sui Paesi più deboli (come per lungo tempo essi stessi hanno ritenuto, violando apertamente i limiti dei Trattati) e che è indispensabile creare un’Europa dove non ci siano paradisi fiscali o azioni di dumping, ma eguaglianza economica e sociale fra tutti, con un unico sistema fiscale e un unico ordinamento dei diritti dei lavoratori.

Meglio essere in minor numero, ma compatti nella condivisione delle idee portanti per la costruzione di una vera Europa.

Il Presidente Conte si è comportato benissimo (checché ne dica il suo avversario Salvini) e per la prima volta ha fatto risonare nelle aule dell’Unione europea la voce dell’Italia, dimostrando dignità e sicurezza.

È da sottolineare che egli ha affermato, rivolgendosi al Premier olandese Rutte, che se non si fosse trovato un accordo avrebbe dovuto rispondere lui, Premier dell’Olanda, del crollo del mercato comune davanti a tutti gli europei.

Noi italiani riteniamo che, o si crea un senso inscalfibile di comunità tra gli Stati che vogliono restare in Europa, oppure occorre trovare altre strade e magari unirsi a Paesi europei, come quelli che si affacciano sul mediterraneo, più vicini a noi per cultura e tradizioni.

Quello che è certo è che esiste una assoluta inconciliabilità tra pensiero neoliberista (rinvenibile purtroppo anche nelle passate azioni di Germania e Francia) e senso di Comunità, il cui profondo significato sta nel considerare tutti gli Stati su un piano di parità e di reciproca collaborazione.

Il modello da seguire è già scritto nella nostra Costituzione repubblicana e democratica e in particolare nel titolo terzo della parte prima dedicato ai rapporti economici.

Offriamo all’Europa questa nostra grande ricchezza culturale nella speranza che essa ne voglia trarre i frutti dovuti.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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2 Responses

  1. Purtroppo gli Stati Uniti d’Europa non si faranno mai, perché la volontà della Germania è bene espressa – giustamente – , nel sottolineare la preminenza della Costituzione tedesca sui Trattati.
    E’ quindi evidente che non siamo “a parità di condizioni” – come specifica l’art.11 della nostra Costituzione.
    Pertanto è inutile illudersi di una Nuova europa Solidale e Comunitaria. Per questa strada la fine dell’Italia e degli altri Paesi mediterranei è segnata. Invito a leggere l’illuminate saggio di Vladimiro Giacché sull’ unificazione delle due Germanie: “Anschluss”. Molte analogie sulla attuale situazione italiana si ritroveranno. Non resta, quindi, di uscire da questa gabbia della UE che ha impoverito oltre il lecito il popolo italiano. Senza più ripensamenti!

    1. La germania ha legiferato nel senso che la costituzione tedesca è e restera’ prevalente sulle legislazioni altre. Quindi se un paese vuole unirsi deve tassativamente omologare le proprie leggi, costituzioni, usi e costumi.a quelle tedesche cui resta la supremazia. Questa è una conquista bella e buona l’unica differenza è che non viene fatta con i carri armati e gli italiani sembrano consenzienti. Ho però qualche dubbio forte che questa anshluss sia una tragedia favorita da una martellante propraganda di regime. Io resterò sempre convinto che i tedeschi hanno un profondissimo complesso di superiorita ovvero un ego esagerato e averci a che fare per un italiano risulterà sempre penalizzante. Io mi auguro che questa unione non si faccia mai.

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