Autostrade e Recovery fund. Domina la menzogna predatoria neoliberista.

Autostrade e Recovery fund. Domina la menzogna predatoria neoliberista.

Sulla stampa odierna gli argomenti in discussione riguardano la revoca delle concessioni alla famiglia Benetton e il prossimo vertice per il Recovery Fund.

Quello che è grave è, che sia gli organi di governo, italiani e degli Stati membri, sia i concessionari, sono talmente imbevuti di neoliberismo che usano il metodo, del quale è stato maestro Berlusconi, della menzogna.

Per quanto riguarda la questione autostrade, menzognera è la risposta del ministro Gualtieri data a un giornalista del Corriere della Sera, il quale alla domanda: se l’ingresso nella società di gestione delle autostrade di potentati stranieri sia contraria agli interessi italiani, ha risposto che l’economia di mercato è benefica e deve essere necessariamente aperta all’apporto della finanza estera e delle multinazionali, mentendo sul fatto che gli investitori stranieri non hanno nessun interesse per il bene dell’Italia e la realtà dei fatti ha dimostrato che essi vengono nel nostro Paese, sfruttano i nostri lavoratori e, impadronendosi della ricchezza delle nostre esperienze, delocalizzano e lasciano sul lastrico migliaia di famiglie italiane.

Non ha capito il Ministro Gualtieri che l’Italia deve difendersi dalla speculazione del mercato generale e che l’unico mezzo per difenderci è l’affidamento dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia, delle situazioni di monopolio e delle industrie strategiche alla mano pubblica o a Comunità di lavoratori o di utenti (art.43 Cost.), e che quindi, dopo 20 anni di sfacelo dell’intero nostro patrimonio pubblico, il dovere di un Ministro dell’economia è quello di revocare le concessioni, soprattutto dei servizi pubblici essenziali, ed affidarle a Enti pubblici, cioè a Enti tenuti a perseguire gli interessi del Popolo italiano e non quella dei propri soci.

Ciò implica, per quanto riguarda il caso in esame, la trasformazione di Anas, criminalmente trasformata in S.p.A. (facendo così in modo che persegua gli interessi non dell’Italia, ma dei soci della società), in Azienda pubblica, alla quale affidare l’utilizzo delle autostrade.

A tal proposito si deve aggiungere che anche la Cassa Depositi e Prestiti, criminalmente trasformata in S.p.A., deve essere ritrasformata in Ente pubblico, facendo in modo che i risparmi di migliaia di lavoratori italiani servano per finanziare i servizi pubblici nazionali e locali e non per foraggiare gli appetiti degli speculatori finanziari, specie se stranieri.

La menzogna domina anche in campo europeo, dove l’Olanda, insieme con il Lussemburgo, ha la sfacciataggine di minacciare l’esercizio del diritto di veto, che comporterebbe una votazione all’unanimità, e non a maggioranza qualificata, per l’approvazione del Recovery Fund.

A nostro avviso, la risposta del governo italiano, dovrebbe essere ancor più dura. Il nostro governo dovrebbe dire di voler condizionare qualsiasi scelta alla eliminazione dall’Unione europea di paradisi fiscali come Olanda e Lussemburgo, la cui esistenza ha compromesso il funzionamento dell’Unione stessa, chiedendo, nel contempo, la preliminare approvazione di una legislazione unitaria per l’intera Europa in materia di fisco e di tutela dei lavoratori. Ed è doveroso, al tal proposito, aggiungere che i Benetton pagano le tasse in Olanda percependo lauti profitti dalla gestione delle autostrade italiane, e che Berlusconi paga anch’egli le tasse in Olanda, utilizzando le frequenze televisive del Popolo italiano, mentre, come è noto, la Fca (Fiat), che pur ha alcuni suoi stabilimenti in Italia, paga le tasse in Inghilterra.

Questa richiesta dovrebbe essere la prima ad essere approvata dall’Unione europea, poiché riguarda il fatto essenziale del suo funzionamento.

Ricordiamo in proposito, che , come più volte abbiamo cercato di dimostrare (cosa di cui siamo totalmente convinti) l’Italia non deve far ricorso a nessun tipo di prestiti stranieri o europei, ma, nella situazione di recessione in cui ci troviamo, ha il dovere di immettere subito in circolazione una moneta di Stato parallela all’Euro.

Tornando alla questione di autostrade, dobbiamo dire che ridicola è stata la dichiarazione di Luciano Benetton, il quale ha chiaramente affermato di sentirsi padrone e proprietario delle autostrade, e non concessionario di esse, dimostrando così di avere una mente obnubilata dal pensiero predatorio neoliberista.

Egli ha continuato col dire che è stato trattato “peggio di una cameriera. Chi caccia una domestica da casa è obbligato a darle quindici giorni di preavviso. A noi, che per mezzo secolo abbiamo contribuito al boom economico dell’Italia, intimano di cedere i nostri beni entro una settimana. Non possiamo accettare di essere trattati come ladri, dopo aver distribuito tanta ricchezza e tanta cultura, non solo economica”. Questa frase, sfacciatamente menzognera, va letta all’incontrario. Sono stati i Benetton che hanno trattato in tal modo tutti gli italiani.

Essi non hanno adempiuto ai doveri del concessionario, sono colpevoli della morte di 43 persone dovute al crollo del ponte di Genova, non hanno eseguito la manutenzione ordinaria delle autostrade per oltre 25 anni, hanno indebitato di 10 miliardi la stessa società, pur percependo pedaggi che oggi l’autority ha giudicato eccessivi, hanno tolto al bilancio dello Stato 9 miliardi all’anno di guadagni. E si potrebbe continuare a lungo.

Ora uno solo è il provvedimento che deve essere adottato: togliere immediatamente la concessione ai Benetton, ad Atlantia e ad Aspi e affidarla all’Anas ritrasformata in Azienda di Stato, in modo che tutti gli ingenti guadagni provenienti dall’uso delle autostrade costruite dagli italiani, tornino nel bilancio dello Stato e cioè nelle mani del Popolo sovrano.

Lo impone la nostra Costituzione repubblicana e democratica, secondo la quale l’atto di concessione ai predetti soggetti deve ritenersi nullo ai sensi dell’articolo 1418 del codice civile, in quanto contrario al principio precettivo e programmatico dell’articolo 41 della nostra Costituzione secondo la quale: “l’iniziativa privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. Non può recare danno alla sicurezza (sono morte 43 persone), alla libertà e alla dignità umana”.

Che il governo italiano, e in particolare i Ministri Gualtieri e De Micheli, adempiano con disciplina e onore ai loro doveri (art 54. Cost.)!

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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2 Responses

  1. Condivido ogni parola di questa analisi e spero che le voci di coloro che amano il nostro paese come Paolo Maddalena e che vogliono un Italia sovrana in tutto e per tutto si facciano sentire sempre più con decisione e senza condizionamenti.

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