Governo e sindacati, nella vicenda Alitalia, perseguono gli interessi delle compagnie straniere e non degli italiani

Governo e sindacati, nella vicenda Alitalia, perseguono gli interessi delle compagnie straniere e non degli italiani

Le vicende attuali che riguardano la soppressione di Alitalia e la creazione di ITA dimostrano a qual punto insostenibile siano arrivati i sostenitori dell’idea neoliberista.

Le due forze che dovrebbero sostenere gli interessi generali degli italiani: da un lato il governo, e dall’altro i sindacati, sono uniti nel far perdere all’Italia i proventi delle rotte aeree che a lei spettano e a far pesare sulle casse dello Stato, che appartengono a tutti i cittadini come proprietà pubblica, il peso insostenibile della cassa integrazione.

Si è stoltamente parlato contro le aziende di Stato, definendole carrozzoni, e ora le si cedono agli stranieri, facendo gravare sullo Stato i cassaintegrati, cadendo così dalla padella nella brace.

Di fronte al voltafaccia governativo, che ha aderito alle direttive europee, le quali, giocando erroneamente sul concetto di concorrenza, hanno in realtà sostenuto la sopraffazione delle compagnie aeree più forti sulla nascente compagnia ITA, di minuscole proporzioni, i sindacati avrebbero dovuto opporsi fin dall’inizio a questo tipo di soluzione, chiedendo con forza e a gran voce semplicemente la nazionalizzazione di Alitalia, indebitamente trasformata in S.p.A. dal governo Berlusconi, il quale la pose nelle mani di speculatori, che hanno succhiato vantaggi economici dalla nostra compagnia senza preoccuparsi di rimetterla sui binari giusti e di competere sul piano mondiale.

Ora i sindacati si trovano in una gabbia, nella quale essi stessi si sono messi, dove si discute, con scarse possibilità di vittoria, delle assunzioni e della messa in cassa integrazione di chi non viene riassunto.

Altavilla (presidente di Ita), continuando a comportarsi, ovviamente in accordo con Draghi, in modo privatistico e neoliberista, vuol sottrarsi alle norme del contratto collettivo nazionale di lavoro uscendo da Assaereo (Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo), che impone, in virtù di quanto previsto dal decreto Rilancio, l’applicazione del predetto Ccnl.

Come se ciò non bastasse, oltre alla riduzione di almeno un 15% delle retribuzioni di Alitalia, egli propone che le regole di ingaggio prevedano che gli assunti a tempo indeterminato, nel periodo invernale, siano pagati al 50%.

È da sottolineare inoltre che sono state presentate finora oltre 12 mila domande di assunzione per 2800 posti di lavoro, soltanto per quanto riguarda il personale aereo, mentre si parla di indire una gara europea per la vendita del marchio, per l’impiego del personale di terra e di quello addetto alla manutenzione, cioè più di 8 mila lavoratori, la cui sorte dipende, per così dire, dal buon cuore di chi vincerà la gara , il quale, peraltro, non dovrà tenere in nessun conto il servizio prestato presso Alitalia e la relativa esperienza acquisita.

Insomma si naviga a vista e non si sa quanti dipendenti dell’Alitalia verranno riassunti e quanti graveranno sulla cassa integrazione, cioè sulle spalle del Popolo italiano, che proprio in virtù del neoliberismo imperante è ridotto allo stremo delle proprie capacità economiche.

Si può concludere affermando che il governo Draghi, e in particolari il ministro dello Sviluppo Giorgetti, stanno agendo contro l’interesse dei dipendenti di Alitalia e contro gli interessi generali degli italiani, sostenendo con forza gli interessi delle più potenti compagnie aeree europee, le quali non desiderano altro che veder scomparire dalla loro fascia di concorrenza Alitalia, nota per la grande professionalità dei suoi piloti e dei suoi dipendenti e per la capacità, più volte dimostrata, di assicurare la puntualità degli orari.

Non c’è da farsi illusioni. L’attuale governo ci vuole alle dipendenze dei Paesi forti dell’Europa e si disinteressa delle fonti di produzione di ricchezza che devono far parte della proprietà pubblica collettiva del Popolo italiano.

Invito come al solito il governo ad attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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