A qualche proposta  che mira alla redistribuzione della ricchezza si oppone  il mainstream neoliberista

A qualche proposta che mira alla redistribuzione della ricchezza si oppone il mainstream neoliberista

Il contagio da corona virus continua a scendere in Italia facendo sperare al meglio. Restano grandi preoccupazioni per l’India, il Brasile e il sud America.

I Paesi europei rafforzano i loro confini sanitari, e la proposta, fatta nello scorso summit per le economie africane da Draghi e Macron, finora non ha prodotto alcun effetto.

Molto scalpore sui giornali odierni ha suscitato la proposta di Enrico Letta, segretario del PD, di aumentare la tassa di successione dal 4 al 20% per gli assi ereditari superiori ai 5 milioni. Finalmente una chiara proposta di carattere egualitario, i cui proventi dovrebbero essere destinati prevalentemente al fine di aiutare i giovani per la loro formazione professionale e la loro immissione nel campo del lavoro.

La proposta ha suscitato molte reazioni negative da parte di tutto il centro destra, nonché di Italia Viva di Renzi, che di fatto va classificata tra quelle forze.

La proposta, che va in una direzione opposta a quella del mainstream neoliberista, si unisce a quella lanciata dalla Commissione europea per l’economia, con a capo Paolo Gentiloni, che ha previsto l’obbligatorietà del pagamento delle tasse nel luogo di produzione e non quello delle sedi legali, che di solito sono poste in paradisi fiscali.

Due ottime proposte che però sembrano destinate ad esser poste nel dimenticatoio.

Il vero problema del trasferimento al Popolo dei beni a esso trafugati, tramite le micidiali privatizzazioni, è sempre accuratamente nascosto. E ciò ha consentito un’ulteriore diminuzione della ricchezza pubblica con il distacco dal Parco nazionale del Velino di ben 10 mila ettari, approvato con legge regionale, dal governo di destra della regione Abruzzo, su proposta dell’assessore leghista all’ambiente Emanuele Imprudente.

Eppure l’idea fondante per una ripresa reale dello sviluppo economico italiano è quella di realizzare un intervento massiccio dello Stato imprenditore nell’economia, come da tempo vado dicendo a proposito di Alitalia, Ilva e Autostrade, ricordando che i servizi pubblici essenziali e le fonti di energia devono essere in mano pubblica o di comunità di lavoratori o di utenti, ai sensi dell’articolo 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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