Il sistema economico predatorio neoliberista dà segni di cedimento, nell'UE e negli Stati Uniti

Il sistema economico predatorio neoliberista dà segni di cedimento, nell'UE e negli Stati Uniti

Gli ultimi avvenimenti sul piano economico dimostrano in modo eclatante il pieno fallimento del pensiero unico dominante del neoliberismo, e del conseguente sistema economico predatorio, patologico e incostituzionale che ne è derivato.

Molto importante è la notizia che proviene dall’Unione europea, la quale da assertrice inflessibile della libertà dei mercati, prende atto del fatto che il mercato unico europeo sta per essere schiacciato dalla potenza economica della Cina e, nel campo dell’industria digitale, non solo dalla Cina, ma anche da Vietnam e Brasile.

La proposta di assumere provvedimenti di chiusura per tali settori sarà esaminata prossimamente dal Parlamento europeo.

Per noi è agevole notare che l’Unione europea sta usando due pesi e due misure: una per gli Stati forti dell’Europa, Germania e Olanda in testa, l’altra per i Paesi economicamente più deboli come l’Italia.

Margrethe Vestager, che vuole chiudere il mercato alla Cina e agli altri Paesi sopra indicati, è la più feroce nemica del rilancio della nostra Alitalia, pretendendo di far valere nei nostri confronti il divieto degli aiuti di Stato, dimenticando che la stessa Europa ha sospeso i divieti, ben più consistenti, del patto di stabilità per quanto riguarda tutti i membri dell’Unione, dando luogo in tal modo a una atroce e inaccettabile ingiustizia.

Un’altra importante notizia, dello stesso tenore, e cioè contrastante con i principi del neoliberismo, ci proviene dall’altra parte dell’Oceano, dove Biden decide di iniziare un percorso diretto alla sospensione dei brevetti dei vaccini anti-Covid per aiutare gli altri Paesi del mondo, che, trovandosi in difficoltà economiche proprio a causa delle diseguaglianze provocate dal neoliberismo, sono ora nella impossibilità di curare i propri ammalati.

In questa vicenda risulta molto evidente che il sistema economico predatorio, patologico e incostituzionale del neoliberismo ha favorito la distruzione del patrimonio pubblico dei Paesi economicamente più deboli, che, come l’Italia, si sono trovati in difficoltà nel fronteggiare l’evento straordinario della pandemia, essendo stati privati del patrimonio pubblico della Nazione, che, per la sua dimensione, costituisce l’unico baluardo per reagire con forza in situazioni di questo genere.

Il punto fermo del keynesianesimo sta nell’intervento dello Stato nell’economia, ed eliminare quest’ultimo dal mercato significa far inghiottire dalla finanza e dalle multinazionali l’intero patrimonio pubblico, lasciando i popoli nella impossibilità di reagire a eventi straordinari.

Spero che da questa grave sciagura del Covid-19 i cosiddetti potenti della terra possano trarre il convincimento che è indispensabile riaffermare, nel mondo globalizzato, i principi di John Maynard Keynes, che poggiano su due dati fondamentali: 1) la ricchezza deve essere distribuita alla base della piramide sociale; 2) lo Stato deve intervenire come imprenditore nell’economia.

È quanto prescrivono, peraltro, gli articoli 1, 3, 11, 41, 42, 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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