Le privatizzazioni continuano ad affondare l'Italia

Le privatizzazioni continuano ad affondare l'Italia

Sul piano sanitario il contagio aumenta fortemente anche in Italia. Ieri sono stati registrati oltre 2800 casi. Il corona virus non ha risparmiato neppure il Presidente degli Stati Uniti e sua moglie Melania.

In tutto il mondo il contagio appare irrefrenabile. Ci pensino i negazionisti, che si oppongono a ulteriori misure restrittive in Italia, nonostante esse siano rese indispensabili dall’aggravamento della situazione.

Sul piano economico, a conferma di quanto detto negli ultimi giorni, ricordiamo due eventi che ribadiscono l’assurdità delle privatizzazioni, con le quali i nostri politici inidonei hanno destrutturato i poteri dello Stato e hanno distrutto il patrimonio pubblico del Popolo, cedendolo quasi gratuitamente a società formate da faccendieri o da multinazionali, dediti solo al perseguimento dei loro personali interessi.

Per quanto riguarda le autostrade, Atlantia ha presentato alla Consob e alla Commissione europea una denuncia contro lo Stato italiano, accusandolo di turbativa di mercato, conseguente alle dichiarazioni relative alla revoca della concessione fatte dal ministro Patuaelli (sviluppo economico), De Micheli (trasporti) e dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

È semplicemente assurdo che la revoca della concessione, che è un atto amministrativo autoritativo, sia posto come elemento di trattativa con un’impresa privata.

L’atto amministrativo ha un solo fine: la tutela degli interessi generali. E non può essere declassato fino al punto di porlo sullo stesso piano dei negozi privati.

Per di più Autostrade ha avuto l’ardire di considerare causa delle sue perdite sul mercato il semplice riferimento a questo provvedimento autoritativo, dimenticando che causa di tutto è il crollo del ponte di Genova, nel quale sono morte 43 persone, e che è stato causato dalla mancata e colposa manutenzione da parte di Atlantia medesima, affermazione questa che certamente sarà confermata dalla sentenza del giudice, trattandosi di fatti evidenti e da tutti conosciuti.

Per quanto riguarda l’Ilva, l’assurdità sta nel fatto che il governo tratta, con il cappello in mano, con la multinazionale Franco-Indiana Arcelor Mittal, affinché non receda dalla concessione, promettendo che lo Stato interverrà, attraverso Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. a totale capitale pubblico, contribuendo fino al 51% del capitale sociale.

Ci si chiede per quale motivo lo Stato non nazionalizzi questo stabilimento, utilizzando i relativi guadagni nell’interesse del Popolo italiano.

Tutto questo mentre le Capitanerie di porto di Taranto, Genova, Venezia, Ravenna, Palermo e Gioia Tauro, secondo attendibili fonti di stampa, trattano in modo sparpagliato con i cinesi per concedere a questi, non si sa bene, se l’affitto o la proprietà dei relativi porti. Mentre il governo tace su questo argomento, al quale, è bene ricordarlo, ha aperto la strada il memorandum sulla Via della Seta.

Insomma il quadro è sempre più nero, le privatizzazioni agiscono sempre più in profondità per ottenere il fine ultimo della destrutturazione e distruzione dello Stato italiano, complici i nostri stessi governanti.

Che gli italiani, che ancora si sentono parte di un Popolo, levino forte la loro voce e chiedano l’immediata abrogazione di tutte quelle leggi incostituzionali che hanno dato il via libera alle privatizzazioni, alle liberalizzazioni e alle svendite, il cui effetto non potrà essere altro che la distruzione completa dell’Italia.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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