Mes e probabili progetti del Recovery fund: nulla per salvare il patrimonio pubblico del Popolo italiano

Mes e probabili progetti del Recovery fund: nulla per salvare il patrimonio pubblico del Popolo italiano

Il contagio da corona virus, che è stabile in Italia, infuria in Spagna, in Francia e soprattutto in America e in India.

Ne prendano nota i cosiddetti negazionisti, che oscurando la verità, fanno il gioco dei potentati economici che investono i loro fondi nella gara per ottenere un vaccino antivirus: più contagi ci sono, più la popolazione è indotta a vaccinarsi.

Sul piano politico sembra che il nostro governo si preoccupi dei potentati economici privati, ma non degli interessi del Popolo italiano.

Singolare è quanto detto da Zingaretti, il quale, probabilmente per perseguire fini di bassa politica, ha schierato il Pd sul sì al taglio dei parlamentari e chiedendo con forza l’accettazione del Mes da utilizzare per i bisogni della sanità pubblica.

È un atteggiamento in perfetta linea con la volontà dei Paesi membri dell’Europa, che vogliono mantenere l’Italia in uno stato di perenne indebitamento e che restano fermi nell’uniformarsi ai principi del neoliberismo, secondo il quale meno sono i parlamentari più facile è convincerli a mantenere l’Italia in una situazione di inferiorità economica.

Ricordiamo che con il Recovery Fund l’Italia disporrà di 209 miliardi, che, secondo logica, sono sufficienti sia per risanare la sanità, sia per promuovere lo sviluppo dell’economia.

Sfugge a Zingaretti che l’accettazione del Mes, che tra l’altro piace a Renzi e a Berlusconi, sottopone, anche se privo delle cosidette condizionalità, l’Italia a una vigilanza penetrante degli operatori del Mes medesimo, i quali, e ciò è molto significativo, sono immuni da qualsiasi responsabilità penale, civile e amministrativa e immuni sono anche i loro archivi. Cioè, al limite, possono anche ucciderci senza esserne responsabili. E tutto ciò, a parte la considerazione, di scaricare sulle generazioni future l’immenso debito che costituiamo con questi prestiti.

Zingaretti, dunque, agisce chiaramente nell’interesse dei potentati degli Stati più forti dell’Europa e contro l’Italia.

Altro capitolo molto preoccupante è quanto si afferma sulle probabili destinazioni dei soldi provenienti dal Recovey Fund.

Si parla di incentivi per il rientro in Italia delle imprese, quasi sempre straniere e solo talvolta italiane, che hanno delocalizzato all’estero, di un ammodernamento, a spesa nostra, dell’Ilva, che resta in mano della multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal, di una banca pubblica che servirebbe a finanziare le imprese a chiunque appartengano, di incentivi per la digitalizzazione e così via dicendo.

È innegabile che l’obiettivo è il rafforzamento dei privati, dimenticando del tutto gli interessi del patrimonio pubblico del Popolo italiano, la cui ricostituzione dovrebbe essere il primo obiettivo da raggiungere, poiché soltanto la nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia (qui entra la fibra ottica e la digitalizzazione) e le situazioni di monopolio (come impone l’articolo 43 della Costituzione), rafforzerebbero l’Italia nei confronti dell’avversa posizione del mercato generale, poiché ciò che è pubblico è inalienabile, inusucapibile e inespropriabile ed assicura nello stesso tempo la salvaguardia dei posti di lavoro e lo sviluppo dell’economia interna. Ma queste idee sono ben lontane dalla mente dei nostri governanti.

Insomma il nostro governo si dimostra alleato di chi vuol disgregare il patrimonio pubblico del Popolo e quindi l’esistenza stessa dell’unità e dell’indipendenza del nostro Paese ed un solo deputato dimostra con la sua azione quotidiana l’aver capito di cosa l’Italia a bisogno, l’onorevole Stefano Fassina.

Tutto quello che si dice è conforme al sistema economico predatorio neoliberista, che vuole i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E nei progetti di cui si parla, l’idea di nazionalizzare le fonti di produzione di ricchezza nazionale, salvandoci dal baratro in cui vuol gettarci questo sistema, è assolutamente assente.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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