Giusta la proposta di nazionalizzare la fibra ottica.

Giusta la proposta di nazionalizzare la fibra ottica.

In Italia il corona virus continua in una lenta discesa. Nel resto del mondo, invece, il contagio aumenta. Al momento si contano oltre 9 milioni di contagiati e 472.703 decessi.

In Europa la situazione economica è sempre più ingarbugliata. Non c’è nulla di nuovo a proposito del Recovery Fund, mentre le agenzie di rating affermano che l’istituzione di tale fondo gioverebbe molto alla Spagna e all’Italia.

Intanto la Benetton insiste per mantenere le proprie concessioni autostradali e il Presidente del Consiglio Conte non chiude le porte a ulteriori trattative.

Inoltre, non si sa bene a quali fini, la Campari trasferisce la sua sede legale in Olanda, promettendo di non spostare gli stabilimenti esistenti in Italia, e di mantenere nel nostro Paese anche la sede fiscale.

Un settore sul quale si addensano molti interessi è quello della fibra ottica, che è ora nelle mani di Tim-Telecom di cui i maggiori azionisti sono i francesi di Vivendi e Open Fiber (controllata da Enel, che ha come azionista di maggioranza Cassa depositi e prestiti).

A costoro si è rivolta un fondo statunitense che vuole entrare nel campo della fibra scalando la società italiana Open Fiber.

A questa situazione ha tentato di dare ordine una proposta di Beppe Grillo, secondo il quale Cassa depositi e prestiti dovrebbe divenire azionista di maggioranza di una sola società formata, oltre che dalla Cassa, anche da Tim-Telecom e Open Fiber.

In tal modo la distribuzione della fibra ottica, affidata a un unico gestore, diverrebbe più capillare ed efficiente.

Appoggiamo in pieno la proposta di Grillo perché va nella direzione da noi sempre auspicata di una gestione dei servizi pubblici essenziali da parte dello Stato e di altri Enti pubblici (art. 43 Cost.), facendo in modo che i relativi profitti siano acquisiti dal Popolo italiano e non da inesperti faccendieri privati o fameliche multinazionali.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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La rivoluzione costituzionale dimenticata. La prevalenza della proprietà pubblica del Popolo di Paolo Maddalena

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2 Responses

  1. A prescindere dal fatto che STATO non sempre è bello, e la storia mostra tanti esempi negativi, Come la mettiamo con gli operatori privati che hanno investito fior di milioni per realizzare la fibra? Che debba esistere anche un operatore a maggioranza statale posso concordare, ma che sia l’unico, senza concorrenti esterni privati, mi permetta professore, ma non ci siamo. Lo stato faccia lo Stato, promuova leggi giuste e che permettano di controllare chi opera , a qualsiasi titolo, sul territorio italiano. Poi controlli, veramente, che le stesse vengano rispettate. Cosa che ha dimostrato ampiamente, con qualsiasi governo, di non saper fare.

  2. Non si puo non condividere la posizione per cui le infrastrutture di base e strategiche siano considerate proprieta pubblica e come tali operate da in ente di diritto pubblico. In questa occasione di riacquisto dello stato della completa proprieta della onfrasyruttura del cablaggio ottivo del Paese, si puo anche specificare che il soggetto oroprietario, una volya acquisito dallo stato sia trasformato da spa ad ente pubblico.

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