Recovery Fund: un provvedimento progressista o confermativo dell'attuale sistema neoliberista?

Recovery Fund: un provvedimento progressista o confermativo dell'attuale sistema neoliberista?

Quello che si apprende dalla stampa odierna è che le decisioni europee, che verranno dichiarate alle 13.30 di oggi dalla Presidente della Commissione europea Ursula Von der Layen, o saranno accolte, salvando l’Europa, o saranno respinte, estinguendo per sempre l’Unione europea.

Da quanto è trapelato si sa che l’UE rastrellerà sul mercato generale fra i 600 e gli 800 miliardi mediante emissione di bond europei, con bassi tassi d’interesse a lungo termine, garantiti dal bilancio europeo.

Indubbiamente si tratta di un passo verso la mutualità, ma, a differenza di quanto si vuol far credere, è da tener presente che si tratta di un passo che non sarà pagato dall’Europa, ma in proporzione dagli stessi Stati membri dell’Europa.

Diremmo noi, convinti anti neoliberisti, che si tratta di un passo falso. Siamo in un periodo di forte deflazione e non si capisce perché, anziché ricorrere ai prestiti delle multinazionali che agiscono sul mercato, non si procede all’emissione di miliardi di euro da parte della BCE, che ha l’effettivo potere di emettere moneta.

Stanno facendo così gli Stati Uniti d’America, dove la banca centrale (Fed) stampa 125 miliardi al giorno, di cui 75 miliardi per il pubblico e 50 miliardi per imprese e cittadini, evitando in tal modo qualsiasi forma di prestito, con conseguente pagamento dei tassi d’interesse.

Si deve sottolineare, come risulta da una dichiarazione di Romano Prodi del 20 aprile scorso, che, per la BCE, non esiste nessuna difficoltà per emettere senza perdita di tempo ulteriore moneta.

Sembra che al fondo ci sia la preoccupazione, soprattutto olandese e tedesca, che si possa creare inflazione. Ma, se c’è una deflazione in atto, che neppure il quantitative easing di Draghi è riuscita a superare, è evidente che un pensiero di questo genere è assolutamente inconcepibile.

Molto interessante è quanto afferma in proposito Paolo Ferrero, il quale non solo fa presente che non esiste nessun divieto da parte dei Trattati europei per quanto riguarda i limiti di emissione di nuova moneta da parte della BCE, ma ribadisce inoltre che non c’è alcun pericolo di inflazione per i motivi poco sopra accennati.

A nostro avviso, quanto dispone l’Unione europea acuisce il contrasto tra i bisogni dei popoli e l’accaparramento predatorio da parte degli Stati e dei soggetti economicamente più forti.

Purtroppo non si tratta di una “rivoluzione”, ma della cosiddetta “normalizzazione”, cioè di un consolidamento dell’attuale sistema economico predatorio neoliberista.

Per quanto riguarda l’Italia, il problema centrale da risolvere è quello, evidenziato dall’ultima esperienza del corona virus, di ricostruire il patrimonio pubblico del Popolo italiano, riconquistando ad esso le fonti di produzione della ricchezza nazionale dissipate fra soggetti inesperti e ciniche multinazionali (autostrade, rotte aeree, frequenze televisive, ecc.), in modo da essere in grado di far fronte alle esigenze del Popolo (del quale fanno parte pochissimi ricchi, pochi agiati e molti poveri), per soddisfare le necessità e i diritti fondamentali di tutti, secondo il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3, comma 2 della Costituzione, nonché dall’articolo 43 Cost., secondo il quale devono essere nella mano pubblica o di comunità di lavoratori o di utenti i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio.

È necessario cioè tornare ad una economia mista, che ha portato l’Italia nel dopoguerra ad essere la quinta potenza mondiale economica, specificando i campi da affidare all’iniziativa privata e quelli che, costituendo il presupposto della libertà e della vita dei cittadini, devono essere in mano pubblica.

In questo quadro, molto deludente appare la lettera del Primo Ministro Giuseppe Conte, il quale ha assunto un atteggiamento conforme a quello europeo e pare non abbia tenuto nessun conto di quanto dispone la nostra Costituzione repubblicana e democratica, che all’articolo 42 Cost., distingue in modo netto e chiaro la proprietà pubblica del Popolo dalla proprietà privata dei singoli cittadini.

È in questo senso che dovrebbe essere indirizzata l’opinione pubblica italiana, fuorviata costantemente dai mass media, che sono in mano di grandi multinazionali, come ad esempio la Fca, la quale ha acquisto di recente la Stampa, Repubblica e l’Huffington Post.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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One Response

  1. Stimato Professore,
    Immagino che non ci sia modo di fare un’interpellanza parlamentare oppure che nessuno osa esporsi?
    Amici fatevi vivi.

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