La guerra continua la sua escalation e la situazione economica europea è sempre più difficile

La guerra continua la sua escalation e la situazione economica europea è sempre più difficile

La tensione tra i belligeranti (da una parte la Russia e dall’altra l’Ucraina aiutata dagli USA e dai Paesi della Nato) sta pericolosamente arrivando al punto di rottura totale. È stato chiesto a Biden di parlare con Putin, ma egli ha risposto che non vede perché debba dialogare con un criminale di guerra.

Una risposta inaccettabile, perché se Putin è certamente un criminale, egli è pure il capo di una federazione che tende illusoriamente a riprendersi i territori dell’antica Unione Sovietica.

La trattativa deve venire dai capi di Stato perché sono loro che decidono in merito, qualunque sia il loro atteggiamento morale e il loro pensiero su come esercitare i poteri dei quali sono in possesso. Dunque quella di Biden è solo una risposta evasiva che non promette nulla di buono.

Sul piano economico è da ricordare che l’Arabia Saudita ha deciso di diminuire la produzione di petrolio e ha accettato di farsi pagare, non in dollari (come finora è avvenuto), ma in Yuan da parte della Cina.

Questo atteggiamento ha irritato Biden, il quale ha posto in evidenza la necessità di rivedere i rapporti commerciali con l’Arabia.

In sostanza Biden si rende conto che oramai il dollaro (che da oltre 70 anni è stato lo strumento per il dominio commerciale degli Stati Uniti) non è più accettato come moneta universale per gli scambi economici.

Inoltre è da sottolineare, per quanto riguarda l’Europa,  che la commissaria Kadri Simson oggi illustrerà ai ministri dell’Energia dei 27 Paesi Ue, riuniti a Praga per un consiglio informale, i punti principali della proposta legislativa che sarà presentata dalla Commissione la prossima settimana per affrontare la crisi dei prezzi del gas.

Quello che è trapelato in merito a  queste dichiarazioni è che la Commissione UE, in pieno accordo con la politica della Germania, non toccherà minimamente gli extra-profitti (dovuti alla speculazione) delle industrie del settore energetico (multinazionali e simili). Pertanto essa rifiuterà fermamente la proposta di mettere un tetto al prezzo del gas, avanzata dal nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale ha anche emanato un decreto legge, formulato purtroppo in modo errato dal Ministero dell’Economia, che impone un contributo di solidarietà ai produttori e ai distributori dell’energia pari al 25% degli extra-profitti.

La commissaria Simson ha anche detto che si sta lavorando a un modello obbligatorio, in base al quale l’acquisto del gas sarà effettuato in modo comunitario soltanto dall’Unione europea, la quale distribuirà a ogni singolo Paese la quota loro spettante, invitandoli poi, in caso di emergenza, a una riduzione dei consumi.

Come si nota imperversa in questo campo il distruttivo principio neoliberista, secondo il quale la determinazione del livello dei prezzi spetta al mercato, e agli Stati sovrani non resta che accettare le decisioni del mercato medesimo, anche se si tratta di evidentissime speculazioni.

La strada giusta, a mio avviso, è quella di tassare, in via provvisoria, da parte di ogni Stato, gli extra-profitti (provenienti dalla speculazione) con una tassazione del 100%, per poi arrivare a stabilire che le imprese che gestiscono le fonti di energia devono passare nella mano pubblica di ogni Stato membro, e cioè diventare aziende pubbliche che agiscono fuori dal mercato, perseguendo soltanto l’interesse dei cittadini. Come era in Italia prima della privatizzazione, effettuata da Giuliano Amato del 1992, e poi dalla svendita del gas e dell’energia elettrica, effettuate rispettivamente con decreto Letta (2000) e con decreto Bersani (1999).

Per quanto ci riguarda, come più volte ho affermato, deve essere attuato l’articolo 43 della Costituzione, secondo il quale: “le fonti di energia devono essere in mano pubblica o di comunità di lavoratori o di utenti”. Come si nota è sempre e solo la Costituzione che ci consente di difendere i diritti fondamentali del Popolo.

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Il pensiero neoliberista continua a distruggere l'Italia. Che il governo cessi di essere servo della finanza e delle multinazionali

Il pensiero neoliberista continua a distruggere l'Italia. Che il governo cessi di essere servo della finanza e delle multinazionali

Ho più volte detto che non sono contro l’idea d’Europa di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi, ma contro questa Europa . Oggi viene la conferma, favorevole al mio convincimento, secondo la quale la vice Presidente della Commissione europea Vera Jourova ha intimato all’Italia di far conoscere le ragioni per le quali sono state adottate misure restrittive all’uscita e all’ingresso dei nostri confini per prevenire i contagi da corona virus.

Una strana e contraddittoria domanda che contiene in sé la risposta. Si tratta in realtà di un’indebita ingerenza dell’Europa in un campo, la salute, che appartiene alla competenza sovrana dell’Italia. Ed è da tener presente che la giurisprudenza costituzionale cosiddetta dei contro limiti dispone che i principi e i diritti fondamentali scritti in Costituzione prevalgono sui Trattati e specialmente sul diritto derivato europeo.

È evidente che la vice Presidente della Commissione europea si preoccupa degli interessi economici dei Paesi più forti, che hanno rapporti con l’Italia, disinteressandosi della salute degli italiani. Si tratta di un chiaro effetto del sistema economico predatorio neoliberista sostenuto dall’Europa e purtroppo anche dal nostro capo del governo, che per ora tace.

In realtà il pensiero neoliberista sta oscurando le menti di tutti, fino al punto che la Meloni si è permessa di indicare come candidato al Quirinale Silvio Berlusconi, definendolo addirittura patriota, dopo le infinite malefatte dei governi da lui presieduti (ad esempio nella svendita degli immobili del cosiddetto scip 2, anziché guadagnare qualcosa l’Italia ci ha rimesso enormi perdite di denaro pubblico).

Ed è poi da tener presente che Silvio Berlusconi non ha i requisiti per essere Presidente della Repubblica italiana, sia per l’età, che coincide con la mia, sia per altre cause che riguardano lui personalmente.

Sono certo che non tutti gli italiani sono bendati dal neoliberismo e che alla fine il nostro Parlamento riuscirà a trovare l’uomo migliore sia pur nel peggiore dei modi.

L’effetto disastroso del pensiero economico predatorio neoliberista trova altra manifestazione nella svendita di Tim al fondo statunitense Kkr. Sull’argomento è caduto un inquietante silenzio da parte del nostro governo, il quale sembra disinteressarsi del settore della telefonia, che è uno strumento importante anche per la difesa militare del nostro Paese.

Esso dovrebbe intervenire subito con il suo golden power e fare in modo che questo servizio sia nazionalizzato come chiaramente prescrive l’articolo 43 della Costituzione, da me più volte citato.

Ci stiamo consegnando, mani e piedi, alle multinazionali straniere e stiamo perdendo la nostra economia e la nostra indipendenza politica, mentre il governo continua a calpestare e a ignorare la nostra Costituzione.

Occorre, come ho scritto in un mio testo: una “Rivoluzione costituzionale per la riconquista della nostra proprietà pubblica”.

Ed ovviamente, la sostituzione dell’attuale governo con un altro che non sia servo della finanza e delle multinazionali, specie se radicate in Europa. Per questo che, come al solito, invito all’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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La politica di Draghi rischia di spingere gli italiani nell'errore

La politica di Draghi rischia di spingere gli italiani nell'errore

La dichiarazione di Draghi al Summit for Democracy, secondo la quale: “l’Ue ha trasformato la pandemia in opportunità” a mio avviso è irreale e spinge gli italiani nell’errore.

Se l’Italia non fosse dominata dai burocrati dell’Europa, che ci hanno imposta la rovinosa Austerity, con il governo Monti, e che ora, con il governo Draghi, ci fanno perdere tutte le fonti di produzione di ricchezza, come il servizio aereo, il servizio di spiaggia, il servizio dei taxi, le delocalizzazioni dell’imprese strategiche, e così via dicendo, con conseguente perdita di innumerevoli posti di lavoro, non avrebbe dovuto ulteriormente indebitarsi con la BCE per superare gli ostacoli provenienti dalla pandemia.

In quanto il denaro sarebbe stato creato dal nulla direttamente dalla nostra banca centrale, la Banca d’Italia, che era la banca degli italiani e ora è la banca di privati speculatori.

D’altro canto gli italiani stanno notando sempre più che Draghi esalta, non l’Europa di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, ma quella dei burocrati attuali, che, al massimo, sono tecnocrati come lui. E non si può dubitare che l’attuale stasi economica sia stata provocata proprio dalle errate politiche economiche di Cristine Lagarde, di Mario Draghi e della Commissione europea, autori della famosa lettera a Berlusconi che la trasferì subito al suo successore Mario Monti, con gli effetti deleteri che quest’ultimo ha provocato.

Ed è importante sottolineare che Mario Draghi sta distruggendo il demanio costituzionale del Popolo italiano, lasciando agli stranieri tutte le opportunità di produzione di ricchezza e rendendo gli italiani sempre più deboli nei confronti dei grandi speculatori del mercato generale.

Egli è amato dai poteri forti dell’Europa finanziaria, proprio perché mette al primo posto questo tipo d’Europa e non il bene del Popolo italiano, come dovrebbe fare dopo aver giurato sulla nostra Costituzione, che è la più bella del mondo, e che egli calpesta ogni giorno senza peraltro neppure nominarla.

Avrei gradito che la propaganda televisiva a favore tout court di questa Europa fosse invece stata rivolta contro l’incalzare del pensiero economico neoliberista, in vista di un’Europa che torni a ispirarsi al trattato di Roma del 1957 e che dichiari superati dall’esperienza storica, sia il trattato di Maastricht, sia quello di Lisbona, valorizzando i principi e i diritti fondamentali scritti nella nostra Costituzione, che viene prima dei Trattati europei e internazionali.

Come al solito invito tutti a dare attuazione in particolare agli articoli 1, 2 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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