La proposta franco-tedesca è dettata dal timore di un'uscita dell'Italia dall'euro?

La proposta franco-tedesca è dettata dal timore di un'uscita dell'Italia dall'euro?

Molto apprezzabile è l’iniziativa di Francia e Germania di prevedere un contributo di 500 miliardi per la rinascita economica europea, dopo gli effetti nocivi del corona virus, destinando 100 miliardi all’Italia come zona più colpita.

Il contraccolpo però è stato immediato da parte di Austria, Olanda, Finlandia, Svezia e Danimarca, che si sono opposti a questa iniziativa.

Il significato più importante da dare alla proposta franco-tedesca potrebbe consistere nella prospettiva di un cambiamento in ordine alla concezione della funzione che dovrebbero esplicare i mercati.

In altri termini si potrebbe intravedere l’idea del passaggio da una visione neoliberista, secondo la quale il più forte deve sopprimere il più debole, a una visione post-keynesiana, secondo la quale aiutare gli Stati più deboli vuol dire far crescere l’economia di tutti gli Stati facenti parte dell’Unione.

Ma se si tiene conto della politica sinora seguita da Francia e Germania, si ha l’impressione che questa iniziativa è dettata più dal timore dell’uscita dell’Italia dall’Europa, che di un vero cambio culturale in campo economico.

Certamente non conviene all’Italia rinunciare a questo aiuto, ma essa deve tenere ben chiaro che il fine ultimo deve essere quello della solidarietà fra gli Stati europei.

Quanto all’infezione da corona virus, il dato più importante è che i paesi in maggiore difficoltà (pessima la situazione in Russia e in Brasile) sono quelli i cui governi hanno più a lungo negato la contagiosità e la gravità del Covid-19.

Per quanto riguarda la richiesta della Fca della garanzia da parte dello Stato italiano per 6,3 miliardi di euro, dobbiamo osservare con grande rammarico che Gualtieri e Zingaretti hanno dimostrato di essere fortemente ancorati alle nefaste idee neoliberiste, che considerano lo sviluppo economico una variabile indipendente rispetto alle reali necessità del nostro Paese.

Essi, infatti, propongono i cosiddetti pannicelli caldi per trovare un accordo su una questione che investe la dignità e gli interessi pubblici del Popolo italiano.

L’opposizione trasversale da parte dei parlamentari contrari è fondata invece su solide basi, cioè sul fatto che le spese del nostro bilancio devono riguardare interessi pubblici permanenti del Popolo, e non tendere alla composizione di una lite che significherebbe porre sullo stesso piano interessi italiani e quelli delle imprese speculative estere.

L’articolo 42, primo comma, della Costituzione, come già abbiamo avvertito ieri, pone come condizione per il riconoscimento della tutela giuridica della proprietà privata il perseguimento della funzione sociale della proprietà.

E come, purtroppo si è costatato, la Fiat, delocalizzando e licenziando migliaia di operai, ha svolto una funzione, non sociale, ma anti-sociale, perdendo la tutela giuridica del suo diritto di proprietà privata. Che Gualtieri e Zingaretti leggano bene questo articolo della Costituzione.

È da notare inoltre che la concessione di benefici economici a carico del bilancio statale e a favore di industrie che risiedono all’estero e, per di più, hanno la sede in paradisi fiscali, come l’Olanda, è vietato dall’articolo 41 della Costituzione, secondo il quale, se è vero che l’iniziativa economica privata è libera, è anche vero che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Quale programmazione è possibile con un’industria che ha sede legale in Olanda e sede fiscale in Inghilterra?

Attenzione qui siamo ai limiti della liceità degli atti posti in essere, che, così come è stato prospettato, sono platealmente diretti a soddisfare gli interessi stranieri e non quelli che riguardano il Popolo italiano.

Che i nostri governanti ne tangano il dovuto conto. E ricordino i sindacati che l’unica soluzione che essi dovrebbero sostenere è quella della nazionalizzazione delle poche aziende Fiat rimaste in Italia. Tutto il resto non offre adeguata garanzia per la stabilità e la continuità dei posti di lavoro.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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4 Responses

  1. Inutile dire che tramite il Prof. Maddalena la visione è più lucida e che quindi la sottoscrivo.
    È importante manifestate il proprio assenso, anche con un banale “sono d’accordo”, perchè serve a capire che siamo in tanti; sennò sopravvengono i dubbi.
    Un abbraccio
    Giovanni

  2. Amici e amiche
    Non è una gran fatica rispetto al lavoro svolto dal Professore lasciare un commento di sostegno o un semplice “siamo con tel” per testimoniare che siamo in tanti.
    Non dormiamo, mostriamo un po’ di entusiasmo.

  3. RECOVERY FUND L’ENNESIMA PRESA IN GIRO- L’incontro tra GERMANIA e FRANCIA, ha prodotto un accordo sul Recovery Fund, che in realtà sembra discostarsi dalle promesse iniziali di solidarietà europea. Dal sito di informazione on.line LAFIONDA.ORG si evince che: “Il comunicato sul sito del Governo tedesco – ripreso dalla ambasciata francese in UK – è disponibile per chiarire i dubbi. E non depone in favore degli auspici di solidarietà, in quanto vi si legge che:Il fondo di 500 mld sarà integrato nel bilancio Ue del Piano Finanziario Pluriennale per “resilienza, convergenza e competitività delle economie europee, incrementando gli investimenti, in particolare nel digitale e nella transizione verde, promuovendo la ricerca e l’innovazione.” (“It will enhance the resilience, convergence and competitiveness of the European economies, and increase investments in particular in the digital and green transitions and strengthening research and innovation”).
    Il Fondo verrà finanziato dalla Commissione chiedendo soldi in prestito al mercato degli investitori; viene definito “ una riserva straordinaria complementare, integrata nel medesimo processo deliberativo, con un volume e una scadenza chiaramente specificati e legato a un piano di rimborso vincolante” (“clearly specified volume and expiry and linked to a binding repayment plan beyond the current MFF on the EU budget”). Quindi evidentemente si tratta di prestiti e non di elargizioni a fondo perduto. Si dovrà stanziare una cifra per le garanzie, si dovranno emettere titoli, ecc. Ma il termine vincolante fa pensare ad impegni di garanzie a carico dei beneficiari.
    Il Fondo “sarà basato su un chiaro impegno degli Stati membri a seguire politiche economiche sane e un’ambiziosa agenda di riforme”. Per chi ha familiarità con le neo-lingua delle istituzioni Ue il significato non è troppo oscuro. Le riforme sono le consuete misure che rendono il paese più “competitivo”: precarizzazione del mercato del lavoro, snellimento dell’apparato con il licenziamento di dipendenti pubblici, quali sono stati imposti alla Grecia e per di più l’agenda dev’essere “ambiziosa”… RIASSUMENDO 1) non si tratta di fondi a titolo perso, ma di finanziamenti, 2) ogni stato beneficiario dovrà stanziare fondi per le garanzie, 3) lo stato che ne beneficerà dovrà IMPEGNARSI IN “SEVERE RIFORME”, raccontate in “europeese” come quelle misure necessarie a rendere competitivi i paesi, ma che tradotto nell’economia reale dei singoli stati, comprometteranno il benessere sociale ed economico dei cittadini, anziché essere di aiuto per risolvere le problematiche originate dal COVID19. QUINDI QUESTO PROVVEDIMENTO SEMBRA L’ENNESIMA PRESA IN GIRO AL FINE DI DILATARE TEMPI CHE NON SERVONO A NULLA.-STAMPIAMO MONETA PARALLELA PER ATTUARE POI IL PIANO B DI SAVONA.ITALEXIT

  4. Grazie Monica, hai contribuito a rendermi più chiaro l’argomento

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