Il pensiero neoliberista è un virus più forte del corona virus

Il pensiero neoliberista è un virus più forte del corona virus

L’esaltazione del pensiero neoliberista, che altro non significa, se non la prevalenza dell’interesse egoistico su quello della Comunità politica, è di per se un virus pericolosissimo e distrugge le possibilità di arrestare il Covid-19.

Il governo Conte 2 aveva ben iniziato con il lockdown di circa tre mesi, abbassando ai minimi storici la curva del contagio. Ma le opposizioni di Salvini e di quanti hanno addirittura negato l’esistenza di questa pandemia, ha costretto il governo ad allentare le limitazioni in modo drastico, sicché nel periodo estivo si sono poste le premesse per un nuovo divampare della malattia.

Oggi si agisce come se questa non esistesse e ogni azione del governo viene contraddetta e di conseguenza limitata dalle opposizioni di Salvini, di Renzi e di tanti governatori regionali di destra.

Di fronte a una curva di infezione che continua a salire, di fronte a un numero di morti che sta raggiungendo il numero complessivo di 65 mila decessi e soprattutto di fronte all’indifferenza di chi affolla le strade per gli acquisti natalizi o riempie i ristoranti per godere delle feste del Natale, si dovrebbe avere la forza, manifestata con estrema empatia da Angela Merkel, la quale non ha avuto timore di annunciare un lockdown per tutto il periodo festivo fino al 10 gennaio.

Dovremmo fare così anche noi, nonostante coloro che hanno la mente infetta dal neoliberismo, si oppongono dicendo che non siamo servi della Germania.

In campo sanitario affermazioni di questo genere non hanno senso e se l’esempio ci viene dalla Germania, ciò non esclude che sia un buon esempio da seguire.

Piuttosto, come sempre abbiamo ripetuto, dobbiamo combattere contro il sistema economico predatorio neoliberista, attraverso il quale Germania, Francia, Olanda e altri Paesi dell’Europa che sono paradisi fiscali, hanno ingoiato quasi tutte le nostre fonti di produzione di ricchezza nazionale, sicché l’Italia è dovuta ricorrere a ingenti prestiti europei, aggravando così la situazione debitoria della presente e delle future generazioni.

Il guaio maggiore è che si prevede di organizzare questi fondi per spese di consumo, piuttosto che per far in modo che tornino nella disponibilità piena dell’Italia quei beni che producono stabilmente ricchezza, come i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, previste dall’articolo 43 della Costituzione.

Assistiamo invece a un orientamento di pensiero che abolisce l’idea di uno Stato imprenditore e, chiudendo gli occhi sulla realtà, ritiene che soltanto il privato sia in grado di sviluppare l’economia.

Ciò sta avvenendo anche per l’acciaieria dell’Ilva, la quale, secondo Invitalia, e cioè una società di Stato, dovrebbe essere una fabbrica di acciaio green, limitando il numero dei forni e facendo funzionare i forni ancora in funzione con l’energia elettrica. Ma anche qui non si è prodotto altro che un’aspra disputa fra idee diverse, il cui risultato è il mantenimento dello status quo, cioè di un’industria straniera, che prende i profitti e lascia in Italia un disastroso inquinamento, foriero di malattia e di morte.

Non possiamo fare altro che invitare tutti a un ritorno alla ragione, la quale, a nostro avviso, è incarnata nelle disposizioni del titolo terzo, della parte prima, della Costituzione, la quale fa prevalere sugli egoismi individuali, l’interesse pubblico generale, sicché la prima cosa da fare è quella di rendere conformi alle prescrizioni costituzionali gli assetti proprietari, cambiando l’articolo 832 del codice civile in una disposizione che subordini l’interesse dei singoli a quello della collettività, come prescrivono gli articoli 41 e 42 della Costituzione che contengono norme imperative in questo senso.

Occorre un’iniziativa di massa, che ponga in primo piano la volontà del Popolo ben pensante e utilizzi un programma di governo ispirato ai “rapporti economici” scritti in Costituzione.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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One Response

  1. Il movimento di massa che si oppone allo sfacelo dello stato FUNZIONANTE, ma che lavora per liberarlo dagli ORPELLI NON FUNZIONANTI, esiste e si chiama assemblea costituente permanente.

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