Probabile un accordo con l'Olanda sul Recovery Fund, ma appaiono segnali di voler mantenere in atto l'attuale sistema economico predatorio neoliberista

Probabile un accordo con l'Olanda sul Recovery Fund, ma appaiono segnali di voler mantenere in atto l'attuale sistema economico predatorio neoliberista

Prima di ogni altra notizia, vogliamo ricordare che la Corte costituzionale, presieduta dalla Professoressa Marta Cartabia, dopo aver dichiarato legittima l’esclusione di Atlantia dalla gara per la ricostruzione del Ponte di Genova, ha eliminato un altro sconcertante punto messo in atto dalla Lega: ha dichiarato costituzionalmente illegittima, per violazione dell’articolo 3 della Costituzione, la norma del decreto sicurezza che impedisce l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo.

Il nostro più vivo plauso a questo importante Organo di giustizia, che è rimasto l’ultima barriera contro l’imbarbarimento del nostro ordinamento giuridico, provocato da politici inesperti e inadeguati.

Sul piano sanitario i contagi del corona virus sono in risalita in Italia, a causa del rientro di imprenditori dai paesi maggiormente infetti. Prontamente il Ministro Speranza ha vietato l’arrivo e la partenza dei voli verso i 13 Stati attualmente più colpiti dal contagio.

In Europa il colloquio fra la Merkel e il Premier olandese Mark Rutte ha dimostrato un alleggerimento della contrarietà dell’Olanda nei confronti del Recovery Fund e uno stretto accordo tra Olanda e Germania per tutelare il mercato unico europeo e la concorrenza.

A nostro avviso questo dimostra che gli attuali manovratori dell’Europa, e cioè gli Stati che mantengono la loro supremazia economica, continuano ad utilizzare l’attuale sistema economico predatorio neoliberista, che contrasta gli interessi degli Stati del sud Europa e favorisce gli Stati del nord Europa con i loro paradisi fiscali.

Analogo atteggiamento deve purtroppo ravvisarsi nel comportamento del nostro governo nei confronti della Benetton, alla quale Conte ha posto un ultimatum per ottenere una risposta concreta, minacciando, in caso contrario, la revoca delle concessioni.

Ci saremmo aspettati invece l’immediata revoca delle concessioni, una revoca per la quale non è assolutamente dovuta nessuna indennità, come erroneamente si va dicendo, poiché le invocate norme della convenzione fra Stato e Atlantia riguardano un recesso volontario da parte dell’amministrazione e non la revoca giustificata dall’incapacità del concessionario e dai danni dallo stesso prodotti.

Si tratta di una occasione da non perdere con la quale l’Italia potrebbe riconquistare al suo patrimonio pubblico le autostrade, che fruttano nove miliardi all’anno, i quali vanno a finire nelle mani dei Benetton, anziché nel bilancio dello Stato. Né difficoltà ci sono per quanto riguarda l’occupazione, perché gli attuali dipendenti di Atlantia potrebbero agevolmente passare all’Anas.

Purtroppo l’atmosfera politica si va complicando anche per l’intervento di Prodi, responsabile della svendita di gran parte del patrimonio pubblico italiano, il quale apre le porte a Berlusconi per la sua entrata nel governo.

E nessuno può dimenticare che, mentre Prodi ha svenduto centinaia di industrie appartenenti al Popolo italiano, Berlusconi ha prodotto altrettanti danni ai nostri interessi (si pensi alla svendita degli immobili pubblici che ha prodotto soltanto perdite economiche, oppure alla legittimazione dei derivati, cioè di pure scommesse, per pareggiare i conti dei comuni, di altri Enti pubblici e delle banche private, che sono poi falliti e sono stati salvati con il denaro dei cittadini in virtù del principio che certe banche “sono troppo grandi per fallire”, e il discorso potrebbe continuare a lungo).

Con questa mossa di Prodi appare all’orizzonte una maggioranza costituita da PD e Forza Italia, favorevole all’attuale sistema economico predatorio neoliberista e quindi alla situazione economica europea attuale, il che è chiaramente contro gli interessi pubblici del nostro Popolo.

Come appare evidente si rende sempre più impellente in Italia la costituzione di una terza forza politica che assuma come proprio programma il rafforzamento del mercato interno di ciascun Paese (un mercato interno aperto agli altri mercati), che abbia come idea guida il principio secondo il quale si vendono le merci ma non gli strumenti che le producono, assicurando così la piena occupazione.

Il momento è delicatissimo e occorre che uomini di buona volontà, che pur ci sono nel nostro Paese, assumano la responsabilità di far capire a tutti che l’attuale sistema economico predatorio neoliberista porta l’Italia alla rovina.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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