Politica e ambiente, le prassi sbagliate degli ultimi anni

L’ambiente è un bene molto concreto: come più volte ha sottolineato con sue sentenze la Corte Costituzionale esso si identifica con la biosfera. Purtroppo dopo i primi tentativi di arrestare o quantomeno attenuare l’inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo effettuati con sapienti leggi degli anni 80 (vedi legge Galasso numero 431 del 1985) e norme sul risarcimento del danno ambientale (legge 349 del 1986) siamo stati costretti a subire leggi che prescrivono norme contro la tutela ambientale per favorire le multinazionali e la finanza.
Vedi, ad esempio, lo sblocca Italia e la riforma della pubblica amministrazione entrambe del governo Renzi, le quali hanno ammesso tra l’altro le trivellazioni distruttive per l’ambiente, la validità del principio del silenzio assenso anche in zone vincolate, la sottoposizione delle sovraintendenze, le quali tutelano gli interessi generali per la conservazione dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, ai prefetti i quali sono esecutori della volontà del governo, e sono arrivati persino a sopprimere il corpo forestale dello Stato con la conseguenza dell’aumento degli incendi nel 2017 dell’800% rispetto all’anno precedente.
Dobbiamo anche ricordare l’ultimo decreto legislativo del governo Gentiloni, chiamato decreto ammazza foreste, che ha imposto il principio della silvicoltura, cioè il taglio degli alberi, per qualsiasi tipo di vegetazione, consentendo anche il taglio di alberi sani che potrebbero tranquillamente offrire ancora il loro forte servizio ecologico della produzione di ossigeno. Tutto questo per alimentare le centrali a biomasse in proprietà di multinazionali italiane e straniere. Questo atteggiamento, che disconosce l’importanza della naturale produzione di ossigeno, che proviene dal plancton del mare e dalla sintesi clorofilliana delle piante è semplicemente criminale.

Una piccola speranza si è aperta con l’insediamento al ministero dell’ambiente e della generale costa tanto dedito alla salvaguardia dell’ambiente.

Paolo Maddalena
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One Response

  1. Operare per l’ambiente nei suoi vari aspetti mi sembra che sia una delle cose più importanti e proficue, anche sotto il profilo economico, in una visione che non si prefigga di suscitare soltanto consenso popolare immediato.
    Molte volte mi sono chiesto quanto sarebbe utile se gli immigrati che sono sentiti (e come sono stati gestiti come un onere netto, ed un ingombro. fossero utilizzati per la manutenzione del bosco e sottobosco del nostro Appennino. Se in quelle zone fossero ad esempio creati insediamenti di 3000 – 5000 persone composti di famiglie, organizzati da funzionari italiani (non da cooperative private) che utilizzino i 35 euro a testa per creare anzitutto gli insediamenti, e le
    infrastrutture civili che gli stessi immigrati dovrebbero utilizzare, sotto la direzione di tecnici, docenti di lingua, di educazione civica, di giovani naturalisti italiani e vangano utilizzati per curare il bosco ed il sottobosco, il coinvogliamento e l’utilizzo delle acque, evitando gli incendi estivi, ecc. e, anziché togliere lavoro agli italiani finirebbero per essere l’occasione e il mezzo per utilizzare i giovani italiani di cultura medio alta nella creazione di qualcosa che potrebbe restare nel tempo oltre che arricchire complessivamente il Paese.

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