Prospettive negative per la guerra in Ucraina e per l’economia italiana

Prospettive negative per la guerra in Ucraina e per l’economia italiana

Mentre le ultime schermaglie della propaganda elettorale si concentrano in un dibattito tra Letta, che sostiene la dipendenza dell’Italia dall’Europa, e Meloni che sostiene una nostra maggiore indipendenza, arriva la preoccupante notizia di un inasprimento del conflitto in Ucraina, con la decisione di Putin di una mobilitazione parziale di 300 mila militari riservisti su circa 2 milioni e la programmazione di un referendum nel Donbass e negli altri territori occupati dall’inizio della guerra, per sancire, con la volontà del Popolo, l’adesione di questi Paesi al territorio russo.

In proposito Putin sottolinea che una invasione dell’esercito ucraino di queste terre sarebbe considerata un’invasione in territorio russo. Il che giustificherebbe anche l’uso di armi nucleari. La risposta dell’Occidente è stata unanime di opposizione a Putin, per cui le prospettive di un accordo si allontanano sempre maggiormente.

Altra notizia di rilievo è il conferimento a Mario Draghi del premio al «migliore statista mondiale dell’anno» ricevuto lunedì sera dalla fondazione Appeal of Conscience. Questo dimostra che il nostro Presidente del Consiglio è sostenuto fortemente dagli USA e in quanto, come è agevole dedurre, egli è un convinto neoliberista che pone il valore dell’economia come prevalente sullo svolgimento della persona umana e sul progresso materiale e spirituale della società italiana, come sanciscono gli articoli 3 e 4 della Costituzione.

Egli, infatti, non si preoccupa minimamente della disposizione del valore del lavoro come elemento costruttivo del singolo e della collettività, né sembra sia stato colpito dai risultati di una statistica elaborata da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpa  secondo la quale i contratti di lavoro sono quasi tutti a termine e la loro durata è superiore all’anno appena per lo 0,5%, mentre il 37% dura meno di 30 giorni. Il 36% delle nuove posizioni a termine va da 2 a 6 mesi; il 23,7% massimo una settimana; il 13,3% solo 1 giorno.

È un dato impressionante che dimostra da solo in quale abisso di miseria ci ha spinto il neoliberismo tanto caro a Draghi, ed è da segnalare ancora che questo tipo di politica danneggia il patrimonio pubblico italiano anche a proposito dell’appartenenza della rete nazionale della fibra ottica, che anziché essere nel patrimonio pubblico italiano appartiene alla francese Vivandi in qualità di maggior azionista di Tim.

Di fronte a queste preoccupanti situazioni la propaganda elettorale si accentra su temi fatui o meno importanti, dimostrando di essere in linea con il pensiero unico dominante del neoliberismo

L’unico partito che ha il coraggio di opporsi a detto sistema economico predatorio neoliberista è Unione Popolare, il cui Presidente Luigi De Magistris, rifacendosi ai principi fondamentali della nostra Costituzione, ha di recente posto in evidenza, durante la trasmissione Agorà andata in onda ieri su Rai Tre, che “privatizzare tutto il settore energetico è stata una follia. Bisogna rivedere la logica delle privatizzazioni selvagge. Se avessimo avuto gas e energia in mano pubblica la speculazione non ci sarebbe stata”.

Insomma, come da sempre ripeto, l’unica nostra salvezza è nella Costituzione, la cui inosservanza spinge l’Italia a essere serva delle multinazionali e dei Paesi economicamente più forti.

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La pervicacia di Biden e di Putin istiga la prosecuzione della guerra e sottolinea il carattere servile del governo italiano

La pervicacia di Biden e di Putin istiga la prosecuzione della guerra e sottolinea il carattere servile del governo italiano

Le notizie sulla guerra che ci offre la stampa di oggi sono essenzialmente quelle di un’escalation senza prospettive razionali di soluzione di questo immane disastro.

Biden ringrazia vivamente l’Italia per il disimpegno che Draghi ha mostrato nei confronti della Russia e quindi per essersi mostrato molto servile nei confronti degli Stati Uniti.

Il Presidente statunitense ha voluto sottolineare che considera l’Italia come alleato leader degli Stati Uniti, non tenendo conto delle correnti di opinione che in ogni caso sono contrarie alla guerra, prescindendo da simpatie particolari per l’uno o per l’altro contendente.

Noto che il Popolo italiano dimostra un’autonomia di pensiero nei confronti del governo, poiché si limita a essere contrario alla guerra da qualunque parte venga, mentre il governo dimostra di voler seguire passivamente le direttive degli Stati Uniti. Dunque esalto gli italiani, ma non Draghi.

La risposta di Putin non ha tardato a farsi sentire. Spinto all’escalation egli ha immediatamente ordinato di compiere degli esperimenti nucleari a ridosso della Finlandia, in territorio russo, dimostrando che l’entrata nella Nato di questo Paese significherebbe per la Russia la necessità di distruggerlo con bombe nucleari.

Questo dimostra la miopia di Biden e di Draghi che non vogliono capire che hanno a che fare con un criminale capacissimo di scatenare una guerra mondiale pur di mantenere il proprio potere.

Il fatto che più rattrista è che l’Europa, che praticamente è la preda della contesa tra Stati Uniti e Russia, non si rende conto, con grande miopia, della situazione e, anziché unirsi in una posizione comune e dignitosa, come pure ha sottolineato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, invitando a una cooperazione in materia di difesa, di energia e di sanità, si è divisa sulla questione dell’embargo al petrolio russo per il veto posto dall’Ungheria.

È incredibile come i rappresentanti europei parlino di unità europea senza tener conto che l’unità si fonda sul principio maggioritario e non sul diritto di veto lasciato a singoli Stati membri.

Insomma l’organizzazione europea alla prova dei fatti non può dare nessun risultato valido.

Per la questione dell’embargo al gas russo poi, la situazione è molto grave, perché la Germania in primo luogo, ma anche l’Italia, dipendono dal gas russo e la mancata sua utilizzazione comporterebbe due punti di Pil in meno in una situazione già così drammatica dal punto di vista economico.

Ribadisco per tanto fermamente il mio pensiero contrario alla guerra e a qualsiasi forma di provvedimenti che possano istigare al suo prolungamento, poiché il valore supremo sancito in Costituzione è quello della vita e della libertà dei Popoli.

A ben vedere la guerra voluta dagli establishment dell’una e dell’altra parte ha un suo obiettivo preciso: distruggere i Popoli e la solidarietà tra i suoi componenti, rendendo ogni cittadino un soggetto singolo da non considerare parte dello Stato-Comunità, come sancisce l’articolo 2 della Costituzione.

Esprimerci contro la guerra significa dunque anche combattere per l’unità, l’indipendenza e la cooperazione internazionale del nostro Paese.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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La guerra continua e l'escalation decisa dall'occidente aumenta le preoccupazioni di un ricorso alle armi nucleari.

La guerra continua e l'escalation decisa dall'occidente aumenta le preoccupazioni di un ricorso alle armi nucleari.

Nella giornata di ieri, con l’intervento preponderante di Biden, si sono svolti il G7, il Consiglio europeo e il Consiglio della Nato, e si è registrata una svolta radicale nella politica militare contro la Russia.

In pratica si è deciso di inviare, per il valore due miliardi di dollari, armi cosiddette difensive (missili anti-carro, missili anti-aereo e droni difensivi) all’Ucraina (Zelensky aveva chiesto aerei e carri armati che sono armi offensive necessarie per un contrattacco), e un rafforzamento della difesa armata di quei Paesi facenti parti dell’Unione europea confinanti con la Russia. Si tratta dunque di una escalation il cui effetto sarà il prolungamento della guerra, poiché questa potrebbe finire solo con la vittoria di una delle due parti e per far vincere gli ucraini sarebbe necessario l’invio di armi cosiddette offensive.

Altro argomento da sottolineare è che nei giorni scorsi la Germania ha deciso un riarmo da 100 miliardi di euro, mentre l’Italia ha deciso un riarmo da 30-40 miliardi di euro.

Giustamente contro questa operazione si è scagliata la parola ferma e convincente di Papa Francesco , il quale ha considerato vergognoso e scandaloso il ricorso al riarmo, ponendo in evidenza che i Popoli devono essere aiutati con la ricerca della pace e, aggiungo io, devono cessare le ingerenze mostruose degli interessi economici sulle decisioni militari, i cui effetti disastrosi, micidiali e sanguinari ricadono sulle popolazioni inermi.

In questo quadro soltanto la Cina potrebbe svolgere una funzione di negoziazione, ma alle richieste dell’occidente di intervenire su Putin giustamente Xi Jinping ha risposto di voler conoscere quali sono le proposte occidentali per una trattativa di pace.

Le proposte, a mio avviso, potrebbero essere la neutralità dell’Ucraina e la libera scelta delle popolazioni di Crimea e Donbass di decidere il proprio destino politico. Ma di questo non se ne parla neppure minimamente.

Quanto all’unità di intenti dell’Europa mi preoccupa non poco il riarmo della Germania e soprattutto il fatto che, in assenza della Merkel, i nuovi dirigenti tedeschi vogliono che l’Unione imponga di nuovo il patto di stabilità, il che consentirebbe l’insorgere di un predominio tedesco all’interno dell’Europa.

A mio avviso ciò che impedisce la ricerca di una via d’uscita è, sul piano pratico, l’atteggiamento ferreo di Putin che appare come un uomo che ha il ghiaccio nel cuore, e che potrebbe quindi scatenare una guerra nucleare, che sarebbe anche l’ultima perché comporterebbe la distruzione della vita del Pianeta.

A mio sommesso avviso, poiché, come tutti affermano, siamo ad una svolta epocale, la vera via d’uscita è quella di prendere coscienza del fatto che la globalizzazione è stata una pura illusione e che la interdipendenza pacifica fra tutti gli Stati del mondo è ancora lontana.

Occorrerebbe dunque far ricorso a un sistema economico che non preveda, come richiede il pensiero unico dominante del neoliberismo, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi magnati (siano essi russi, americani o europei), obiettivo pienamente raggiunto con le disastrose privatizzazioni russe, ma anche occidentali e soprattutto italiane, restituendo ai popoli quella parte di ricchezza nazionale che è essenziale per la costituzione e il mantenimento di uno Stato democratico.

E a ciò si perviene soltanto se il sistema economico prevede la distribuzione della ricchezza alla base della piramide sociale e l’intervento nell’economia dell’intero Popolo, come è stato per noi fino all’assassinio di Aldo Moro e come dovrebbe esserlo anche oggi in virtù dell’attuazione del titolo terzo, della parte prima, della Costituzione, dedicato ai rapporti economici.

Alla pace si arriva mediante la democrazia, perché i popoli, tranne rare eccezioni, vogliono la pace e la guerra dipende solo dalla volontà di sopraffazione di soggetti che desiderano sempre più accumulare ricchezza e cioè una parte molto limitata delle popolazioni che fa prevalere l’egoismo individuale sul bene della comunità, disgregando i popoli in tanti singoli individui e portando, come avvenuto in questo ultimo mese, tutto il mondo verso una guerra sanguinaria e fratricida.

Ricordo che gli obiettivi della nostra Costituzione sono: lo svolgimento della persona umana (che si ottiene se si assicura la libertà e l’uguaglianza di tutti), il progresso materiale e spirituale della società, la tutela della salute e la tutela dell’ambiente.

Invito, come al solito, ad attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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