La teoria neoliberista che ha invaso l'Europa, ora impedisce la validità delle sanzioni economiche alla Russia

La teoria neoliberista che ha invaso l'Europa, ora impedisce la validità delle sanzioni economiche alla Russia

Il dato più importante che emerge dalla stampa odierna è il rafforzamento del Rublo, il quale dopo essere sceso del 42% nelle prime settimane del conflitto è poi risalito quasi ai livelli precedenti l’inizio della guerra.

Il che dimostra che le sanzioni economiche adottate come misura contro l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, non hanno avuto gli effetti sperati.

Ciò perché i pagamenti degli approvvigionamenti energetici, chiesti individualmente dai singoli Stati europei, che pagano somme molto ingenti, sono convertiti in rubli e provocano il rialzo delle sue quotazioni.

A ben vedere questo è il risultato dell’improvvida scelta dell’occidente di mettere sul mercato tutti i beni del Popolo, facendo in modo che il mercato dettasse, non solo la determinazione dei prezzi delle merci, ma anche i tassi di cambio delle monete.

Fatto che già Roosvelt paventò in un suo discorso al congresso nel 1938, sottolineando che una democrazia non è salda se consente a uno dei suoi componenti di essere più ricco dello stesso Stato democratico.

Ora, come più volte ho avvertito, il mercato generale, costituito prevalentemente da speculatori, ha una ricchezza 20 volte maggiore del Pil di tutti gli Stati del mondo.

Di conseguenza è diventato l’arbitro assoluto nella determinazione del valore delle monete che agiscono sul mercato.

Gli Stati occidentali, l’Europa e in particolare l’Italia, con il suo capo Mario Draghi, hanno ritenuto di dissipare i capitali appartenenti ai popoli, e cioè i demani costituzionali, in una miriade infinita di privatizzazioni, donando ai singoli quello che era di tutti, sicché gli Stati e in particolare il nostro non possono esercitare nessuna influenza contro le speculazioni di mercato e noi siamo sudditi degli arbitri individualistici di quest’ultimo.

Mario Draghi dovrebbe fare il mea culpa, perché in Italia fu il primo a richiedere, sul panfilo Britannia ancorato a Civitavecchia, il 2 giugno del 1992, un forte aiuto politico per privatizzare l’economia italiana.

Ora la privatizzazione è stata compiuta. E i danni sono immensi, fino al punto di impedire il valore delle sanzioni economiche contro chi ha promosso una ignominiosa, lacerante e sanguinosissima guerra in Ucraina.

L’effetto peggiore comunque di questo sistema economico fondato su radici puramente egoistiche è il dissiparsi della possibilità di una unione di intenti sia in Italia, sia in Europa, dove di fronte al problema energetico ognuno agisce secondo i propri interessi e non secondo gli interessi dei popoli.

L’ultima tappa di questa dissoluzione economica potrebbe essere quella che anziché aiutare gli ucraini l’Europa finisca per aiutare il dittatore Putin.

Non c’è altra soluzione se non quella di far valere gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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La propaganda di guerra offusca la verità. Resta l'evidenza di un ignominioso eccidio del Popolo ucraino

La propaganda di guerra offusca la verità. Resta l'evidenza di un ignominioso eccidio del Popolo ucraino

Le notizie che provengono dal fronte di guerra sono tutte in contrasto fra loro per effetto della propaganda messa in campo, sia dai russi, sia dagli ucraini.

Quello che è certo è che i russi lentamente e inesorabilmente stanno stringendo in una morsa l’intero Paese, bombardando le città e provocando un numero elevatissimo di morti e feriti. Un vero orrore.

Si parla di una bozza di quindici punti per le trattative di un negoziato, ma quello che si sa è solo la manifestazione esplicita da parte degli ucraini di riprendersi tutte le zone occupate militarmente dalla Russia e cioè il Donbass e la Crimea, dalla parte russa non c’è nessuna manifestazione di volontà di comporre il conflitto, mentre il Presidente Biden usa parole fortemente offensive nei confronti di Putin.

In Italia, secondo alcuni sondaggi, il 54% della popolazione si dichiara contraria all’invio di armi in Ucraina, ma intanto il governo Draghi ieri ha incassato alla Camera il primo sì al decreto Ucraina, il quale prevede: l’invio di armi e il sostegno alle imprese che esportano in Ucraina, Russia o Bielorussia, la partecipazione di personale militare alle iniziative della Nato per l’impiego della forza ad elevata prontezza e per il potenziamento di altri dispositivi Nato, sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza; sorveglianza navale nell’area sud dell’Alleanza; presenza in Lettonia, il provvedimento ora passa al Senato per la definitiva approvazione.

Insomma, quello che è certo, è che il nostro governo, violando il principio fondamentale del ripudio della guerra, sancito dall’articolo articolo 11 della Costituzione, dimostra di essere esecutore della volontà degli Usa, perdendo ogni possibilità di agire come mediatore terzo in questa incresciosissima vicenda.

Intanto la dipendenza dagli USA ha prodotto effetti nocivi anche sulla nostra economia, soprattutto con il rialzo dei prezzi del gas e degli altri approvvigionamenti energetici, producendo a cascata altri effetti negativi sull’agricoltura e sull’industria.

Al fondo emerge chiaramente il convincimento del governo di voler procedere nello smantellamento del demanio costituzionale italiano, privatizzando quel poco che resta a favore di singoli soggetti prevalentemente stranieri. Ne è riprova un decreto che autorizza la Rai a ridurre la propria partecipazione nella S.p.A. Rai Way «fino al limite del 30% del capitale», dall’attuale 62%, perdendo i relativi guadagni e incidendo negativamente sulla sicurezza delle trasmissioni radio televisive, accontentandosi, proprio in questo delicatissimo periodo di guerra, di un generico controllo dall’esterno affidato al Ministero del Tesoro.

Insomma il governo prosegue nella sul rovinosa politica di privatizzazione dei beni del Popolo dimostrando sempre la sua propensione a difendere gli interessi delle multinazionali e della finanza, soprattutto statunitensi, e non gli interessi del Popolo italiano.

A me non resto, come al solito, che invitare tutti all’osservanza delle disposizioni di cui agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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Putin aggredisce e conquista l'Ucraina, il rimbalzo economico di questa azione colpisce economicamente e politicamente l'Italia

Putin aggredisce e conquista l'Ucraina, il rimbalzo economico di questa azione colpisce economicamente e politicamente l'Italia

L’aggressione premeditata, nascosta fino all’ultimo minuto, e poi effettuata di sorpresa per la conquista da varie parti dell’Ucraina da parte di Putin è un gesto esecrabile, incivile, in violazione dei diritti umani e di tutti i Trattati internazionali e soprattutto in contrasto con la nostra Costituzione che, all’articolo 11 “ripudia la guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali”.

Con grande cinismo Putin ha riversato sull’indifesa Ucraina una quantità enorme di uomini e mezzi in modo da conquistarla, compresa la capitale Kiev, in appena 30 ore.

Il disappunto internazionale è stato unanime, ma la reazione del mondo occidentale, che soffre delle limitazioni psicologiche e materiali provocate dal pensiero unico dominante del neoliberismo, è stata fiacca e dispersiva.

Si è reagito con le sanzioni economiche, delle quali Putin non ha alcun più pallido timore, anche perché nei suoi forzieri dispone di oltre 600 miliardi di dollari e comunque ha l’aiuto sicuro, da secoli scritto sulla pietra, della confinante Cina. La quale si appresta a seguire l’esempio di Putin per quanto riguarda la conquista della separatista Taiwan.

Il fatto più importante, cioè il pericolo maggiore, riguarda l’Europa, che si presenta economicamente sbrandellata, a seguito di una lotta mercantile degli Stati più forti, che hanno conquistato la ricchezza nazionale e gli stessi beni demaniali degli Stati più deboli, come Grecia e ora Italia, la quale come ultimo atto ha avuto la dannosa idea di svendere a Svizzera e Germania l’ultima piccola compagnia aerea Ita, ritirandosi definitivamente dalla fruttuosa fonte di guadagno del trasporto aereo.

Non si è capito che gli Stati uniti d’Europa dovevano essere uno Stato federale, composto da Stati di pari forza economica, e non un’area di conquista dei più ricchi ai danni dei più poveri.

L’Euro non ha risposto alle condizioni che impone l’articolo 11 della nostra Costituzione, il quale prevede che si possa consentire a limitazioni di sovranità, non per distruggere il proprio demanio costituzionale, come è avvenuto, ma per la costituzione di un ordinamento che assicuri la giustizia e la pace fra le Nazioni.

Ora l’Italia, che ha ceduto la sua ricchezza nazionale, soprattutto a Francia e Germania, non ha voce in capitolo e non ha la minima forza per poter sostenere l’indipendenza ucraina. E l’Europa è anche essa disgregata poiché i vari Stati, proprio in virtù del neoliberismo, si sono messi in concorrenza economica l’uno contro l’altro e hanno impedito che si formasse un vero Stato federale fondato sulla parità economica degli Stati, condizione essenziale per poter svolgere una reale politica internazionale a proposito della questione ucraina.

Insomma manca una politica estera comune e non esiste un esercito europeo, che si cercò di creare dopo il Trattato di Roma, ma si trattò di un’iniziativa stroncata dalla Francia.

Tutti vorremmo aiutare l’Ucraina, la quale giustamente lamenta di essere stata abbandonata, ma purtroppo essa è la prima vittima di questo balordo sistema economico predatorio neoliberista che spinge gli Stati all’egoismo e non alla collaborazione.

L’unico obiettivo che ora si può perseguire è quello di aiutare economicamente la popolazione Ucraina, tanto ingiustamente repressa dal potere dispotico di Putin, e accogliere le altre migliaia di profughi che da quel Paese arriveranno negli Stati europei.

È una conclusione molto triste, che deriva, come detto, dall’affermazione del sistema economico egoistico neoliberista.

Ben diverso sarebbe potuto essere l’atteggiamento italiano, se avessimo conservato il nostro patrimonio pubblico, al cui posto ci sono ora soltanto miliardi di debiti pubblici, essendo stata distribuita la nostra ricchezza a singoli soggetti, che l’hanno usata per fini personali, caricandola di debiti e poi svendendola agli stranieri (come ad esempio è avvenuto per la Telecom che prima è passata in mano spagnola, poi in mano francese e ora è nel mirino di fondi internazionali statunitensi come Kkr).

Certamente gli Stati uniti d’Europa non potevano nascere dalla dissoluzione degli Stati più deboli. Ed ora quello che manca, come ho detto, sono proprio gli Stati Uniti d’Europa, i quali, Italia in testa, subiranno i terribili effetti dei rimbalzi economici provocati da questa ingiusta guerra, che appare inarrestabile perché sostenuta dalla volontà priva di coscienza di un vero dittatore.

Ciò nonostante e sempre con maggiore sofferenza, invito tutti a dare attuazione agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Come iscriversi all'associazione del Presidente Maddalena