Il pensiero neoliberista continua a distruggere l'Italia. Che il governo cessi di essere servo della finanza e delle multinazionali

Il pensiero neoliberista continua a distruggere l'Italia. Che il governo cessi di essere servo della finanza e delle multinazionali

Ho più volte detto che non sono contro l’idea d’Europa di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi, ma contro questa Europa . Oggi viene la conferma, favorevole al mio convincimento, secondo la quale la vice Presidente della Commissione europea Vera Jourova ha intimato all’Italia di far conoscere le ragioni per le quali sono state adottate misure restrittive all’uscita e all’ingresso dei nostri confini per prevenire i contagi da corona virus.

Una strana e contraddittoria domanda che contiene in sé la risposta. Si tratta in realtà di un’indebita ingerenza dell’Europa in un campo, la salute, che appartiene alla competenza sovrana dell’Italia. Ed è da tener presente che la giurisprudenza costituzionale cosiddetta dei contro limiti dispone che i principi e i diritti fondamentali scritti in Costituzione prevalgono sui Trattati e specialmente sul diritto derivato europeo.

È evidente che la vice Presidente della Commissione europea si preoccupa degli interessi economici dei Paesi più forti, che hanno rapporti con l’Italia, disinteressandosi della salute degli italiani. Si tratta di un chiaro effetto del sistema economico predatorio neoliberista sostenuto dall’Europa e purtroppo anche dal nostro capo del governo, che per ora tace.

In realtà il pensiero neoliberista sta oscurando le menti di tutti, fino al punto che la Meloni si è permessa di indicare come candidato al Quirinale Silvio Berlusconi, definendolo addirittura patriota, dopo le infinite malefatte dei governi da lui presieduti (ad esempio nella svendita degli immobili del cosiddetto scip 2, anziché guadagnare qualcosa l’Italia ci ha rimesso enormi perdite di denaro pubblico).

Ed è poi da tener presente che Silvio Berlusconi non ha i requisiti per essere Presidente della Repubblica italiana, sia per l’età, che coincide con la mia, sia per altre cause che riguardano lui personalmente.

Sono certo che non tutti gli italiani sono bendati dal neoliberismo e che alla fine il nostro Parlamento riuscirà a trovare l’uomo migliore sia pur nel peggiore dei modi.

L’effetto disastroso del pensiero economico predatorio neoliberista trova altra manifestazione nella svendita di Tim al fondo statunitense Kkr. Sull’argomento è caduto un inquietante silenzio da parte del nostro governo, il quale sembra disinteressarsi del settore della telefonia, che è uno strumento importante anche per la difesa militare del nostro Paese.

Esso dovrebbe intervenire subito con il suo golden power e fare in modo che questo servizio sia nazionalizzato come chiaramente prescrive l’articolo 43 della Costituzione, da me più volte citato.

Ci stiamo consegnando, mani e piedi, alle multinazionali straniere e stiamo perdendo la nostra economia e la nostra indipendenza politica, mentre il governo continua a calpestare e a ignorare la nostra Costituzione.

Occorre, come ho scritto in un mio testo: una “Rivoluzione costituzionale per la riconquista della nostra proprietà pubblica”.

Ed ovviamente, la sostituzione dell’attuale governo con un altro che non sia servo della finanza e delle multinazionali, specie se radicate in Europa. Per questo che, come al solito, invito all’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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La politica di Draghi rischia di spingere gli italiani nell'errore

La politica di Draghi rischia di spingere gli italiani nell'errore

La dichiarazione di Draghi al Summit for Democracy, secondo la quale: “l’Ue ha trasformato la pandemia in opportunità” a mio avviso è irreale e spinge gli italiani nell’errore.

Se l’Italia non fosse dominata dai burocrati dell’Europa, che ci hanno imposta la rovinosa Austerity, con il governo Monti, e che ora, con il governo Draghi, ci fanno perdere tutte le fonti di produzione di ricchezza, come il servizio aereo, il servizio di spiaggia, il servizio dei taxi, le delocalizzazioni dell’imprese strategiche, e così via dicendo, con conseguente perdita di innumerevoli posti di lavoro, non avrebbe dovuto ulteriormente indebitarsi con la BCE per superare gli ostacoli provenienti dalla pandemia.

In quanto il denaro sarebbe stato creato dal nulla direttamente dalla nostra banca centrale, la Banca d’Italia, che era la banca degli italiani e ora è la banca di privati speculatori.

D’altro canto gli italiani stanno notando sempre più che Draghi esalta, non l’Europa di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, ma quella dei burocrati attuali, che, al massimo, sono tecnocrati come lui. E non si può dubitare che l’attuale stasi economica sia stata provocata proprio dalle errate politiche economiche di Cristine Lagarde, di Mario Draghi e della Commissione europea, autori della famosa lettera a Berlusconi che la trasferì subito al suo successore Mario Monti, con gli effetti deleteri che quest’ultimo ha provocato.

Ed è importante sottolineare che Mario Draghi sta distruggendo il demanio costituzionale del Popolo italiano, lasciando agli stranieri tutte le opportunità di produzione di ricchezza e rendendo gli italiani sempre più deboli nei confronti dei grandi speculatori del mercato generale.

Egli è amato dai poteri forti dell’Europa finanziaria, proprio perché mette al primo posto questo tipo d’Europa e non il bene del Popolo italiano, come dovrebbe fare dopo aver giurato sulla nostra Costituzione, che è la più bella del mondo, e che egli calpesta ogni giorno senza peraltro neppure nominarla.

Avrei gradito che la propaganda televisiva a favore tout court di questa Europa fosse invece stata rivolta contro l’incalzare del pensiero economico neoliberista, in vista di un’Europa che torni a ispirarsi al trattato di Roma del 1957 e che dichiari superati dall’esperienza storica, sia il trattato di Maastricht, sia quello di Lisbona, valorizzando i principi e i diritti fondamentali scritti nella nostra Costituzione, che viene prima dei Trattati europei e internazionali.

Come al solito invito tutti a dare attuazione in particolare agli articoli 1, 2 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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Tim e fibra ottica sono prevalentemente nelle mani della speculazione del mercato generale

Tim e fibra ottica sono prevalentemente nelle mani della speculazione del mercato generale

Rilevo dalla stampa odierna quale sia l’andamento delle trattative sulla rete nazionale della telefonia e della fibra ottica.

Per quanto riguarda la Tim è difficile prevedere quale sarà la decisione finale delle trattative in corso tra gli attuali azionisti di Tim, e cioè soprattutto i francesi di Vivendi, che con oltre il 24% delle azioni, è azionista maggioritaria, e gli statunitensi del fondo d’investimento Kkr, nonché, per ultimo, il nostro governo.

Si tratta di un caso nel quale appare evidente che, secondo l’attuale sistema economico predatorio neoliberista, un servizio pubblico essenziale, come quello della telefonia e della fibra ottica, anziché restare nel demanio costituzionale del Popolo, come chiaramente prescrive l’articolo 43 Cost., è stato posto sul mercato dal provvedimento di recepimento della direttiva Bolkestein. E così assistiamo al disgustoso spettacolo di temibili avvoltoi che si colpiscono a vicenda per impadronirsi di una ricchezza che appartiene al Popolo italiano, il cui governo sembra resti a guardare.

La lotta si svolge infatti soprattutto tra il fondo statunitense d’investimento Kkr e la francese S.p.A. Vivendi, la quale ritiene che l’offerta di Kkr sia molto bassa rispetto alle valutazioni di mercato, per cui la discussione resta pienamente aperta e non si sa cosa farà la nostra S.p.A. Cassa depositi e prestiti.

Intanto quello che appare evidente è che il mercato finanziario globale, vedendo allontanarsi il predominio della statunitense Kkr, ha immediatamente fatto abbassare il valore venale delle azioni di Tim, dimostrando così che nell’attuale sistema economico neoliberista, i veri padroni sono gli speculatori del mercato generale.

È per questo che ho ritenuto doveroso richiamare l’articolo 43 della Costituzione, allo stato pienamente disatteso, che non consente di porre sul mercato, e cioè di sottoporre in ultima istanza, alla valutazione della speculazione, un servizio pubblico essenziale come quello in esame, laddove è chiaro dovere del governo far ricorso al Golden Power e soprattutto nazionalizzare Tim che, oltre a gestire un servizio pubblico essenziale, è da considerare gestrice anche di fonti di energia. Beni e servizi che appartengono in “proprietà pubblica demaniale” al Popolo italiano.

Ribadisco che, a mio avviso, la via più spedita da intraprendere è quella della nazionalizzazione, affidando questo servizio a un’azienda pubblica di Stato, diversa anche dalla Cassa depositi e prestiti che anch’essa è una S.p.A., che è stata indebitamente (essendo gestrice del pubblico risparmio) posta sul mercato.

Ed è per questo che ancora una volta invito tutti ad attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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La realtà economica italiana dimostra che non si può prescindere dallo Stato imprenditore

La realtà economica italiana dimostra che non si può prescindere dallo Stato imprenditore

Le notizie della stampa odierna pongono in evidenza in quale tragedia ci ha spinto il sistema delle privatizzazioni, soprattutto eliminando l’intervento dello Stato nell’economia, rappresentato dall’IRI, contro il quale si erano indirizzati gli strali degli economisti e di gran parte della dottrina giuridica.

Oggi, proprio perché i beni essenziali del demanio pubblico non sono più nella proprietà collettiva demaniale del Popolo, come la Costituzione sancisce (art. 43 Cost.), la vasta area delle telecomunicazioni, e cioè di Tim, è diventata preda di varie multinazionali che, come ricorderebbe Manzoni, sono avvoltoi che si danno orribili colpi di ala per mangiarsi la preda.

Su Tim si sono avventati infatti, oltre il ben noto fondo americano Kkr, anche il fondo Cvc e altri fondi internazionali, mentre il governo resta a guardare.

D’altro canto giunge notizia che alcune piccole industrie italiane, restando private, proprio in ossequio al principio neoliberista, si stanno rinforzando mediante l’acquisto delle proprie azioni da parte di un fondo pubblico italiano, costituito, per la difesa del made in Italy, da una legge del governo Conte 2, la numero 34, del 19 maggio 2020.

Questa è la indiscutibile conferma del fatto che l’economia italiana, per essere efficiente, non può che essere mista e che il ritiro dello Stato dall’economia è sicuramente un errore.

E tale errore diventa tragedia quando sono posti sul mercato anche i beni inalienabili, che, come Tim (art. 43 Cost.), costituiscono il nostro demanio costituzionale.

Insomma la via da seguire, se veramente si vuol salvare l’Italia, deve andare al di là dei semplici supporti all’economia privata e deve ricostituire un intervento forte dello Stato nell’economia, specialmente quando si tratta di settori sensibili, come quello delle telecomunicazioni.

Per questo invito tutti gli italiani a dare attuazione agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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L'economia italiana è allo sbando e l'Europa, mentre alza muri, si occupa delle parole da usare per gli auguri natalizi.

L'economia italiana è allo sbando e l'Europa, mentre alza muri, si occupa delle parole da usare per gli auguri natalizi.

L’Europa dimostra di badare alla forma più che alla sostanza. Mentre si ha notizia di un bambino morto assiderato ai confini fra Bielorussia e Polonia, e prosegue la politica contro i migranti da parte della Polonia stessa, la Commissione europea emana delle linee guida relative al linguaggio che bisognerebbe usare per il prossimo Natale.

In tali linee guida si invitano i cittadini e le autorità a dire “buone feste” anziché “buon Natale”, a non nominare il nome di Gesù, Maria e San Giuseppe, per non offendere la sensibilità dei musulmani, i quali non dovrebbero essere chiamati immigrati, in quanto questa parola rimarcherebbe la differenza fra loro e chi ha la cittadinanza di un Paese europeo, e così via.

E tutto questo mentre si alzano i muri sull’est dell’Europa e l’onere del salvataggio dei migranti via mare è sostenuto soltanto dall’Italia.

Sul piano interno appare sempre più evidente che la politica di Draghi mira a dare aiuto ai potentati economici e a mantenere nell’attuale, disperata situazione economica l’intero Popolo italiano.

Il suo metodo è quello della segretezza, che è stata eclatante a proposito del Trattato del Quirinale, il cui testo non è stato neppure letto dalle commissioni parlamentari, mentre, come si è visto, il disegno di legge sulla concorrenza, anch’esso tenuto segreto fino all’ultimo momento, rimette tutte le decisioni importanti nelle mani del governo, il quale dovrebbe utilizzare al massimo il sistema delle concessioni e cioè della privatizzazione di tutte le fonti di ricchezza che fanno parte della proprietà pubblica del Popolo italiano.

Vengono in primo piano la disciplina dei servizi pubblici essenziali, come quelli dei taxi e delle spiagge, e la decisione di attuare al più presto una mappatura di tutte le concessioni.

Quanto alla legge sul fisco, pare che Draghi, nonostante i proclami a favore dei lavoratori, abbia solo ridotto dal 43% al 41% le tasse da pagare da parte dei più abbienti con redditi superiori a 75 mila euro annui.

Per tutto il resto delle questioni economiche in atto il governo si dimostra del tutto indifferente, lasciando che i problemi siano risolti dalle aziende medesime.

Per quanto riguarda Tim, tutto è nelle mani del consiglio di amministrazione; per quanto riguarda Ita, sono in corso delle trattative con le maggiori compagnie aeree europee; nulla si sa di Monte Paschi di Siena, di Gkn e di Whirlpool, mentre per l’Ilva lo Stato, che ha già versato 400 milioni di euro, si accinge a versarne altri 600 per diventare socio (e questo è veramente una grande assurdità) della sua affittuaria ArcelorMittal, arrivando all’assurdo che lo Stato locatore diventa locatario di se medesimo.

E tutto questo non interessa minimamente Mario Draghi, il cui obiettivo appare quello di non pensare all’economia interna italiana in vista di un suo assorbimento nel mercato unico interno dell’Europa.

Una posizione estremamente sbagliata, se si pensa che l’attuale Europa non esprime assolutamente l’idea europeista di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, ma è una sorta di punto d’incontro tra varie Nazioni, ognuna delle quali persegue i propri interessi particolari.

In questo stato di cose, l’Italia dovrebbe nazionalizzare tutti quei beni che costituiscono il demanio costituzionale e che pertanto sono nella proprietà pubblica inalienabile, inusucapibile e inespropriabile del Popolo italiano.

Come al solito invito tutti a impegnarsi per dare attuazione agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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Il neocapitalismo dimostra la sua insufficienza, ma i neocapitalisti non fanno marcia indietro

Il neocapitalismo dimostra la sua insufficienza, ma i neocapitalisti non fanno marcia indietro

Le notizie della stampa odierna rafforzano il convincimento che il sistema capitalistico, ispirato al neoliberismo, non è assolutamente idoneo a governare il mondo globalizzato.

Infatti, mentre è calato il silenzio sul Trattato del Quirinale, tanto festeggiato dai suoi firmatari, ma i cui contenuti fanno capire che da essi troveranno giovamento le multinazionali e non i cittadini già tanto tartassati, si manifesta in tutta la sua gravità, l’effetto negativo dei brevetti, che limitano fortemente la diffusione del vaccino, specialmente nei Paesi più poveri come l’Africa.

Di fronte alla debacle del pensiero neoliberista taluni illustri personaggi, come Mario Monti, propongono, non una modifica del sistema economico neoliberista vigente, ma qualcosa che va ancora a discapito dei Popoli, cioè la necessità che, come quando si è in uno stato di guerra, le notizie sull’andamento dell’infezione Covid, devono essere bilanciate e adattate alla sensibilità della popolazione per evitare reazioni inconsulte.

In sostanza Monti ha parlato della necessità di una minore informazione, erroneamente accostando lo stato di guerra allo stato di emergenza che stiamo vivendo.

Si tratta di due situazioni ben diverse e si deve tener presente che nessuna manipolazione informativa è ammissibile quando si tratta di una malattia che colpisce tutti e per la quale tutti hanno bisogno di capire come devono essere curati.

Non si accorge Monti che, così facendo, egli ha violato la libertà di stampa e, forse inconsapevolmente, ha aperto la strada al presidenzialismo, che agisce nell’ombra togliendo al Popolo la possibilità di conoscere la situazione reale in cui vive.

Praticamente egli ha fatto un discorso antidemocratico che viola in pieno l’intera Costituzione. Si tratta di un fatto di estrema pericolosità che comunque dimostra che coloro che hanno sostenuto il pensiero unico del neoliberismo, pur dinanzi a una realtà che platealmente lo sconfessa, restano tetragoni a ogni possibilità di mutamento dei loro convincimenti, e sono rari coloro che onestamente hanno fatto marcia indietro come il noto premio Nobel per l’economia Joseph Stglitz.

Come al solito invito tutti ad operarsi per l’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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